sabato 6 settembre 2014

WhatsApp, arriva la terza notifica per l'avvenuta lettura dei messaggi

Mentre l'acquisizione da parte di Facebook continua ad essere al centro delle attenzioni della Commissione Europea, che continua le proprie indagini prima di decidere se approvare o meno l'accordo, la celebre app di messaggistica istantanea WhatsApp prosegue dritta per la sua strada, continuando a crescere in tutto il mondo e aggiungendo nuove funzionalità.

Ebbene, dopo la recente conferma del traguardo di 600 milioni di utenti attivi ogni mese, nuove indiscrezioni sui futuri piani della società, rivelano che WhatsApp starebbe pensando di integrare una terza notifica durante l'invio dei messaggi, che informerebbe gli utenti dell'effettiva lettura da parte del destinatario.

Attualmente, infatti, gli utenti che utilizzano WhatsApp per inviare messaggi istantanei ad amici e conoscenti, vengono informati con una prima spunta dell'effettivo invio del messaggio e con una seconda che conferma la ricezione da parte del destinatario.

La terza notizia, che secondo fonti anonime spagnole dovrebbe venire presto integrata, servirebbe ad informare gli utenti quando il destinatario ha letto il messaggio, una novità che potrebbe rivelarsi utili soprattutto per comunicazioni importanti.

Al tempo stesso, tuttavia, potrebbe anche venire considerata da molti una eccessiva violazione della privacy, da chi soprattutto non vuole far sapere se ha effettivamente letto un determinato messaggio.

Per adesso si tratta tuttavia di indiscrezioni non confermate, ed è quindi necessario attendere prossimi aggiornamenti.

sabato 30 agosto 2014

Ultrapak, la batteria che carica smartphone e tablet in 15 minuti

Sul mercato non ha eguali e permette di dire addio una volta per tutte ai dispositivi scarichi.

Altro che Twilight, i vampiri siamo noi. Non chiediamo sangue, ma energia e stiamo diventando così ingordi di elettroni che non ci bastano mai. Tra smartphone, tablet, computer e macchinette fotografiche, basta muoversi un attimo da casa per andare in panico. Se dieci anni fa ci avessero detto che i telefoni del futuro sarebbero stati costantemente scarichi avremmo riso. E invece è ciò che accade ogni giorno.

La soluzione però c’è e si chiama batteria supplementare. Sul mercato ne esistono centinaia di modelli più o meno capienti o costosi ma hanno tutti un difetto: sono lenti. La velocità di ricarica è snervante e così siamo costretti ad andare in giro con il cellulare sempre attaccato alla batteria come fosse un catetere.

In realtà però una cura alla nostra ingordigia elettronica è arrivata. Non costa poca ma promette di eliminare tutti i problemi alla radice. Si chiama Ultrapak ed è una batteria che ricarica smartphone e tablet otto volte più velocemente delle concorrenti.

Tradotto in soldoni significa che potrai caricare completamente un iPhone 5S in 15 minuti, quando con lo stesso ammontare di tempo raggiungeresti solo il 9 per cento della carica usando il caricatore a muro. Questo grazie a una tecnologia proprietaria chiamata Ultra-X che elargisce 31,25 watt contro i 5 del caricatore a muro dell’iPhone, i 10 di quello del Galaxy S5 e i 12 watt dell’iPad, il dispositivo che ha uno dei caricatori più potenti sul mercato.

La batteria delle meraviglie al momento è disponibile in due taglie. La prima, chiamata Go, ha una capacità di 3mila mAh, abbastanza per caricare due volte un iPhone 5S, una volta il Galaxy S5 e un terzo dell’iPad Air. Il prezzo è di 59,99 dollari, circa 45 euro, e si può acquistare sul sito della casa produttrice, Unu La seconda, chiamata Tour, è più grande, 13,6 x 7 x 1,7 centimetri (contro 10 x 5,2 x 1,7), ma è anche più capiente. Raggiunge infatti i 10mila mAh, abbastanza per ricaricare più volte qualsiasi smartphone e per raddoppiare l’autonomia dei tablet e si carica completamente in 95 minuti. Il prezzo qui sale a 99,99 dollari, circa 74 euro. Il bello poi è che Ultrapak è ultraveloce anche nella ricarica di se stessa. A seconda del modello infatti ci mette 30 o 95 minuti. Che dire, davvero stupefacente.

domenica 3 agosto 2014

Febbre del meteo

Le previsioni  meteo ora  hanno un supporto  su decoder sat  dvb-s e dvb-s2  immagini  in tempo reale su piattaforma  eumetsat, a 10° est  è posssibile  ricevere immagini in diretta  in hd ,di cosa  succede sulle nostre  teste,un valido supporto a  chi legge  solo evoluzioni  elaborate al pc, per chi mastica inglese  puo' approffondire qui

venerdì 18 luglio 2014

Rai: un futuro nella telefonia mobile per Rai Way?


Ieri mattina, nella Sala degli Arazzi al piano terra di Viale Mazzini, il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi ha condotto, di fronte a 80 tra avvocati d’affari, consulenti e super- banchieri, il management presentation per l’asset “in vendita” Rai Way che viaggia a vele spiegate verso la quotazione in borsa.

La Rai ha messo in mostra i propri dirigenti che pilotano la società delle torri di broadcasting, società che gestisce oltre 2300 stazioni «trasmittenti e ripetitrici», una rete di satelliti, due centri di controllo (a Roma e Milano) e vanta un utile netto di 11,8 milioni (nel 2013). Gli ospiti sono i registi della quotazione di Rai Way, attesa per questo novembre.

In sala, racconta Aldo Fontanarosa su La Repubblica, c’era Federico Imbert, amministratore delegato di Credit Suisse Italia, la banca che è global coordinator e anche joint book runner della quotazione. C’era anche l’amministratore delegato di Banca Imi in visita alla Rai, banca del gruppo Intesa Sanpaolo che è anch’esso Global coordinator e joint book runner della quotazione. Nella Sala degli Arazzi, si notano poi dirigenti di punta di Mediobanca (che è anche lei global coordinator). Dirigenti di punta di Citi e Bnp Paribas (altri book runner). Dirigenti di Leonardo (l’advisor). E grossi papaveri di grossi studi legali, come Bonelli Erede Pappalardo (che cura gli interessi di Rai Way) e Clifford Chance (delle banche).

Secondo Fontanarosa Rai Way potrebbe assumere un nuovo ruolo di operatore della telefonia mobile, oltre a quello tv. Sul piano tecnico la rete sarebbe già in grado di rispondere alla nuova missione. Già adesso, d’altra parte, le sue antenne danno ospitalità a operatori della telefonia mobile, anche per le sofisticate trasmissioni con tecnologia Lte. La strada verso la Borsa è ancora lunga. Il progetto andrà descritto, punto per punto, nel prospetto informativo che avrà bisogno del semaforo verde della Consob. Poi ci sarà la presentazione agli analisti, quindi la tournée per cercare investitori nel mondo. Il road show, in casi del genere, tocca Londra, Parigi, Francoforte, quindi gli Usa. Soprattutto il dg Gubitosi spera che per novembre si sia attenuato il vento gelido sui mercati che ha fatto due vittime illustri in queste ore: Rottapharm e Sisal, costrette a rinunciare alla quotazione.

martedì 15 luglio 2014

Facebook: l’antitrust europea indaga sull’acquisto di WhatsApp

Facebook finisce nel mirino dell’antitrust europea che vuole far luce sulla recente acquisizione di WhatsApp da 19 miliardi di dollari. Come riporta il Wall Street Journal, l’Unione Europea vuole vederci chiaro per capire quanto potrebbe pesare sulla concorrenza l’impatto della fusione tra la società di Mark Zuckerberg e l’app di messaggistica istantanea che conta più di 500 milioni di utenti.

Ecco così che dall Europea sarebbe partito un questionario, inviato a tutti i principali concorrenti di WhatsApp ovvero Telegram, Line, WeChat e Snapcha.

L’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook aveva suscitato reazioni non proprio positive e in Italia il Garante della Privacy ha espresso preoccupazione per il modo in cui verranno trattati i dati degli utenti.

Negli Stati Uniti la Federal Trade Commission (Ftc), l’ente governativo americano per la protezione dei consumatori, ha dato il via libera all’acquisizione a patto che entrambe le aziende rispettino le promesse fatte agli utenti di preservarne la privacy.

Google Maps si aggiorna consentendo di misurare le distanze tra più punti

Nel corso degli anni il gigante della tecnologia Google è riuscito ad accrescere la sua popolarità con la creazione di servizi disponibili in rete, di grande successo e molto utili per gli utenti, tra i quali spicca Google Maps, il servizio di mappe che da diverso tempo risulta essere persino l'applicazione mobile più utilizzata in tutto il mondo.

Grazie ai costanti aggiornamenti del colosso di Mountain View, Google Maps ha subito molteplici rinnovamenti che hanno permesso di migliorare l'esperienza di utilizzo da parte degli utenti. E in tal senso, un nuovo aggiornamento rilasciato per la versione desktop del servizio, permette finalmente di misurare le distanze tra più punti.

Fino ad oggi, infatti, Google Maps consentiva agli utenti di visualizzare le mappe, ricevere informazioni preziose sul percorso da scegliere per raggiungere una determinata destinazione nel più breve tempo e molto altro, ma effettivamente non era ancora possibile misurare le distanze tra due o più punti su di una mappa.

Con la nuova funzione integrata da Google, finalmente, gli utenti potranno fare anche questo.

Basterà semplicemente scegliere un punto sulla mappa, cliccare sul tasto destro del mouse, scegliere l'opzione Misura Distanza e scegliere un secondo punto. Fatto questo, in alto a sinistra, apparirà una finestra con la distanza tra i due punti scelti, in linea d'aria.

La funzione consente anche di misurare la distanza tra più di due punti.

mercoledì 9 luglio 2014

Ses Astra: Satellite tecnologia per il futuro, il DTT non è all'altezza


'Il futuro di internet sarà dominato dai video, con una richiesta di HD sempre, ovunque e su ogni dispositivo connesso'', ha dichiarato Karim Michel Sabbagh, CEO dell'operatore satellitare SES durante il Venice Digital. "Questo comporta una richiesta di capacità di banda senza precedenti", ha continuato Sabbagh. "Parliamo di oltre mille miliardi di Gigabytes (uno "Zettabye") entro il 2016. E man mano che i televisori Ultra HD si diffonderanno, questa richiesta aumenterà ancora. La domanda quindi è se i network e gli operatori del settore possono rispondere a questo sforzo garantendo una sostenibilità ambientale e un servizio omogeneo a tutti i cittadini".

Secondo il Presidente del colosso satellitare lussemburghese,

"il satellite è l'unica tecnologia al momento già pronta per questa nuova fase, grazie a una capacità di banda e un costo infrastrutturale che non ha pari e che gli garantisce un ruolo chiave nella costruzione di una nuova generazione di network in grado di vincere questa sfida".

All'evento in corso a Venezia, organizzato dalla Presidenza italiana del Consiglio Europeo, ha partecipato anche il Premier Matteo Renzi, che ha sostenuto la necessità di investire sull'innovazione tecnologica per creare nuovi posti di lavoro.

Anche Pietro Guerrieri, Direttore Generale di SES Astra Italia, si unisce alla dichiarazione di Sabbagh:

"A dieci anni dalla legge Gasparri, possiamo affermare con sicurezza che il digitale terrestre non è la tecnologia in grado di rispondere da sola e in maniera efficace all'enorme richiesta di banda che il futuro ci prospetta. Il satellite è la risposta più affidabile e può cooperare con tutte le altre soluzioni del mercato per vincere l'enorme sfida del futuro".

domenica 22 giugno 2014

Facebook utilizza la cronologia internet per pubblicità più mirate

Se tra un po’ di tempo, quindi, vedrete scorrere nella vostra bacheca spot di prodotti che avevate precedentemente cercato su internet, saprete che questa feature è stata attivata anche per il vostro account. Ad accompagnare questi cambiamenti, sono in arrivo però anche maggiori possibilità di controllo sugli spot che vedrete: accanto a ogni pubblicità sarà presente un menu espandibile per rimuovere un determinato brand dai vostri interessi. Quanto alla lettura delle vostre abitudini di navigazione, per disattivare questa funzione dovrete avere a che fare con la Digital Advertising Alliance.

Diritti Tv Serie A: è scontro totale tra Sky e Mediaset

E’ scontro totale tra Sky e Mediaset per i diritti tv Serie A. Nonostante la mediazione della Lega Calcio, l’asta va dritta verso i ricorsi in tribunale.

Da lunedì 23 giugno, giorno della prossima assemblea della Lega Serie A, cominceranno i lavori per sbrogliare la grana dell’assegnazione dei diritti tv per i campionati 2015-2018. Le riunioni tra i rappresentanti dei 20 club di Serie A potrebbero protrarsi per giorni data la complessità del problema.

L’asta da un lato ha fatto impennare del 30% il valore dei diritti rispetto al triennio precedente. Sky avrebbe superato tutta la concorrenza offrendo 355 e 420 milioni di euro per i pacchetti A e B, per trasmettere sul satellite e sul digitale terrestre le partite delle otto squadre più forti e popolari fra cui Juventus, Milan, Inter e una fra Napoli e Roma. Mentre Mediaset avrebbe presentato la busta più ricca da 306 milioni per l’esclusiva delle sfide fra le altre 12 squadre (pacchetto D), offerta vincolata però all’esito di un altro pacchetto.

La gara ha però generato uno scontro totale tra la tv di Rupert Murdoch e il Biscione: un intreccio di offerte tra piattaforme e pacchetti che difficilmente potrà essere districato senza l’intervento di avvocati ed esperti o addirittura di azioni legali. Dopo la recente sconfitta sui diritti per la Champions League 2015-2018, coinquistati con un’offerta monstre da Mediaset, Sky ha deciso di entrare di prepotenza nel mercato del digitale terrestre a pagamento, invadendo il campo che sino a ieri era territorio esclusivo del Biscione. Una mossa che provocato le proteste di Cologno Monzese e la minaccia di immediati ricorsi in caso di “assegnazione irregolare” dei diritti per satellite e digitale terrestre a un unico operatore, o a due operatori riconducibili allo stesso editore, dato che nell’asta si è inserita a sorpresa Fox Sports (controllata sempre da Murdoch).

Per questo motivo l’assemblea della Lega Calcio sarà tenuta aperta sino al 26 giugno. L’idea di base è quella di sotterrare l’ascia di guerra attraverso un’assegnazione con successivo scambio tra i due colossi nell’ambito di un’intesa più ampia che potrebbe riguardare anche la rinegoziazione delle partite di Champions League. Ma la recente notizia dell’accordo tra Sky e Telecom Italia per l’affitto di cinque canali sul digitale terrestre sulle frequenze di TIMB, da sfruttare per il lancio di nuovi canali a pagamento e per trasmettere la Serie A, dimostra che non tira assolutamente aria di armistizio.

La questione è delicata. Si rischia di far saltare l’assegnazione o ancora peggio di bloccarla per mesi. E come al solito c’è disaccordo tra le società della Lega A su un possibile sovvertimento dell’esito dell’asta. Sono tre i problemi principali di natura giuridica sui quali sono al lavoro avvocati ed esperti: 1) Sky può acquistare entrambi i pacchetti A e B (sat e dtt)?; 2) Sky e Fox sono da considerare un’unica azienda?; 3) l’offerta condizionata di Mediaset è valida? In via Rossellini (sede milanese della Lega Calcio), tra il rincorrersi di telefonate e incontri, viene data per quasi certa l’apertura di una serie di ricorsi da parte dell’operatore tv che si sentirà danneggiato dalla decisione finale. Sarà l’inizio di una nuova e lunga guerra tra i collosi della tv.

SKY sbarca sul digitale terrestre con 5 canali?

Sky sbarca anche sul digitale terrestre. Dopo aver invaso i cieli del Belpaese, il colosso pay che fa capo a Rupert Murdoch si appresterebbe ad arrivare in pompa magna sulla Terra, ovviamente con i contenuti che più tirano tra gli spettatori: le partite di calcio Serie A. A rivelarlo – la notizia non è ancora ufficiale – è stata Bloomberg, che ha svelato anche i dettagli di questa operazione, che dovrebbe prendere il via il prossimo ottobre 2014 (entro e non oltre giugno 2015).

Tutto è frutto di un accordo con Telecom Italia Media Broadcasting, possessore dei multiplex sul digitale terrestre, siglato a fine maggio scorso e dalla durata di 5/6 anni, mentre ad aprile le due aziende rivelarono una comunione di intenti per portare la pay tv guidata da Andrea Zappia sulla fibra di Telecom Italia, in questi mesi in fase di forte espansione, grazie ad una nuova piattaforma IP che dovrebbe debuttare a fine anno.

Si amplia dunque l’accordo, che prevederebbe l’arrivo di 5 canali di Sky sul digitale terrestre, in seguito alla probabile vittoria dell’asta per l’acquisto dei diritti di Serie A. In particolare, Sky – stando a Bloomberg – pare riesca ad accaparrarsi un pacchetto con 248 partite di 10 squadre per un totale di 775 milioni di euro, per una sola stagione. D’altro canto Mediaset si prenderebbe 132 partite di 12 squadre per un totale di 300 milioni di euro.

A dire il vero è un po’ presto per ipotizzare, ma c’è comunque il serio rischio che Sky riesca ad accaparrarsi tutto, sia su satellite che su digitale terrestre, sia direttamente che indirettamente con Fox, che opera indipendentemente ma rimane pur sempre al 100% di News Corporation.

martedì 3 giugno 2014

Galaxy S5 è superiore ad iPhone 5S per 25 motivi (VIDEO)

PhoneBuff ha realizzato un video nel quale vengono evidenziati 25 aspetti che rendono l’iPhone 5S migliore del Galaxy S5, ha inoltre realizzato un video per evidenziare 25 aspetti per i quali si può considerare il Galaxy S5 migliore dell’iPhone 5S.

Partendo da dati oggettivi, sono stati individuati 25 motivi per i quali è superiore l’iPhone 5S ed altri 25 che mostrano perché sia migliore il Galaxy S5. Analizzati i dati di fatto, il risultato è naturalmente soggettivo, perché dipende da quanto un fattore è, per ognuno, più importante rispetto ad un altro.

Nel primo video verrano mostrati i 25 motivi per i quali l’iPhone 5S è migliore, ad esempio il processore più potente, i materiali e le dimensioni, i video in slow motion, i 3 microfoni e tanti altri aspetti che non sempre vengono sottolineati, ma che in effetti andrebbero considerati:

 Nel secondo video invece trovate i 25 motivi che rendono il Galaxy S5 migliore dell’iPhone 5S.

Lo smartwatch di Microsoft funzionerà anche con Android e iOS

Emergono dettagli interessanti sull’orologio Microsoft. Misurerà la frequenza cardiaca costantemente, funzionerà con tutti gli smartphone e potrebbe arrivare già in estate.

Che Microsoft stesse lavorando a uno smartwatch ormai era praticamente certo. Intanto perché ormai tutti i nomi più importanti del settore hanno già in cantiere il loro wearable da polso e Redmond non può più farsi cogliere di sorpresa, ma anche per via di quel brevetto datato 2012 emerso a inizio maggio, che ritrae proprio un orologio intelligente dotato di funzionalità avanzate. Ora Forbes aggiunge un po’ di sostanza a quei disegni depositati due anni fa, rivelando caratteristiche fondamentali del nuovo smartwatch.

Fonti anonime confermano alla testata la presenza di un sensore ottico per misurare la frequenza cardiaca. La progettazione di questa componente è stata affidata al team che si è occupato di Kinect su Xbox, e a quanto pare sarà in grado di misurare il battito 24 ore su 24 anziché a richiesta come accade con gli smartwatch attuali. Aspetto e durata della batteria poi saranno simili a quelli del Galaxy Fit di Samsung, quindi un paio di giorni di utilizzo e schermo touch a colori rettangolare, poco più largo del cinturino, pensato per essere indossato all’interno del polso e visualizzare notifiche e messaggi al riparo da sguardi indiscreti.

A differenza del prodotto coreano però – e questa è forse la novità più succulenta – lo smartwatch Microsoft sarà compatibile con i tre maggiori sistemi operativi mobile, da Windows Phone ad Android passando anche per iOS. La mossa è solo apparentemente contraddittoria, ma ragionandoci è del tutto coerente con la strategia della nuova Microsoft: una compagnia di dispositivi e servizi, che da inseguitrice non può permettersi di snobbare gli utenti fedeli alle piattaforme avversarie – come accade, invece, nel caso dei Samsung Gear.

lunedì 26 maggio 2014

Tv a confronto, curvo o piatto?

Una vera rivoluzione copernicana: lo spessore del pannello è di pochi millimetri, il retro è in fibra di carbonio. I suoi LED organici non hanno bisogno di essere retroilluminati. Ogni pixel si accende e si spegne in modo indipendente, rendendo possibile quella che si credeva un’utopia: il nero assoluto. Ne conseguono un contrasto eccezionale e colori brillanti, nessuna scia e una luminosità costante lungo tutto lo schermo. In poche parole si vede tutto meglio, anche il più banale dei programmi tv, e se ne accorge persino tua suocera.
Punti deboli? La risoluzione, che non è 4K ma quella di un normale (si fa per dire) Full HD a un prezzo da 4k. Il 3D è di tipo passivo, con i pregi e i difetti che ne derivano: la luminosità è alta, ma la definizione verticale ne esce dimezzata. Il design è da premio e i tecnici giurano che il design curvo non è solo un vezzo, ma migliora realmente la qualità della visione: il centro e i lati dello schermo sono sempre alla stessa distanza dagli occhi e quindi a prova di distorsioni.
WIRED: Qualità d’immagine senza compromessi; alta efficienza energetica; nero che più nero non si può.
TIRED: La durata degli oled è ancora un’incognita per tutti; risoluzione Full HD.
Ha la certificazione Thx 4K, assegnata a quelle tv Ultra HD che superano una serie di test sulla qualità. Qualcuno la chiama Ultra HD, altri, Panasonic, 4K. Comunque sia, viva la resolución, e il suo campione, un colosso in vetro e metallo da 65 pollici, che alla base misura ben un metro e mezzo. Dettagli, profondità e brillantezza raggiungono un livello altissimo e vanno a comporre immagini così realistiche che viene il dubbio che la realtà stessa non possa essere altrettanto definita.
Quello che rende il Panasonic speciale rispetto agli altri tv 4k sono gli ingressi hdmi 2.0 e DisplayPort 1.2, necessari per esprimere l’ultrarisoluzione al massimo del suo potenziale. Ma il difetto più grande di questo schermo è che arriva in largo anticipo rispetto ai tempi: i contenuti 4K live e cinematografici non sono ancora pronti né su smart tv né su disco (e non è chiaro quando lo saranno). Le prestazioni del 3D attivo sono superbe, ma il nero del LED non è paragonabile a quello di un plasma, men che meno di un oled.


domenica 11 maggio 2014

Focus - Murdoch studia la Sky Europe con Italia, Inghilterra e Germania



Rupert Murdoch, il magnate dei media passato attraverso lo scandalo delle intercettazioni comprate dai giornalisti di alcune sue testate e che ha da poco divorziato da Wendi Deng, studia un riassetto della sua News Corp che potrebbe toccare gli equilibri di Sky.

Una pay tv europea che ruoterebbe attorno alla BSkyB, di cui Murdoch ha il 39%, cui conferire per 10 miliardi di euro, inclusivi di un premio, il 100% di Sky Italia e il 50% di Sky Deutschland in mano alla sua Fox. Ai 15 milioni di abbonati di BSkyB si unirebbero gli 8,5 milioni tedeschi e italiani per creare un colosso paneuropeo. Il progetto consentirebbe anche di fare ordine nel gruppo. Da una parte un gigante europeo delle reti satellitari, dall'altra l'entertainment, il cavo, le produzioni e gli studi cinematografici, una mossa che piace agli investitori e che è stata anticipata dal Financial Times.

Fonti a conoscenza del progetto rivelano al quotidiano della City che Murdoch starebbe «esplorando» il progetto, ancora in «nelle fasi iniziali di valutazione», della piattaforma unica che potrebbe rivoluzionare gli equilibri dei diritti tv. L'operazione non sarebbe imminente. Altre fonti, sentite dall'agenzia Bloomberg, riferiscono invece che le società sono in contatto da mesi e che l'operazione potrebbe essere annunciata in estate, anche se le parti potrebbero anche non raggiungere un accordo. L'operazione valuterebbe il 50% di Sky Deutschland in tre miliardi di euro, mentre il valore del 100% di Sky Italia sarebbe stimato in cinque miliardi. No comment da Fox, BSKyB e Sky Deutschland.

Il riordino del gruppo fa seguito ai tentativi, fra il 2010 e il 2011, della Fox di Murdoch di prendere il pieno controllo di BSkyB, fallito per l'opposizione politica suscitata dalle accuse secondo cui i giornalisti di alcuni giornali popolari britannici del gruppo avevano ottenuto dalla polizia accesso alle telefonate dei vip.

La stessa Fox, del resto, è il risultato della decisione, lo scorso anno, di separare le attività nell'entertainment dai giornali e dalle altre attività editoriali. Ed è da anni che il management studia l'ipotesi di combinare le attività sul satellite. «Non è un segreto che pensiamo che le emittenti Sky siano forti insieme», ha detto James Murdoch, il più giovane dei figli dell'83enne magnate.

Samsung S5 non piace, il capo del settore design da le sue dimissioni


Fin dalla sua presentazione ufficiale al MWC di Barcellona abbiamo seguito l’evoluzione sul mercato di Samsung Galaxy S5, lo smartphone top level della casa coreana. Tralasciando l’enorme fetta di mercato che spiega il suo favore dalla parte di Cupertino, alcune note dolenti sul prodotto sono arrivate per quanto riguarda il suo design. Arriva oggi la notizia che il responsabile del design mobile Samsung Chang Dong-hoon rassegna le priprie dimissioni.

Sarà forse nella forma mentis orientale “punire se stessi” per aver fallito il proprio incarico, o saranno state delle pressioni dai piani alti a costringere Chang Dong-hoon a lasciare l’azienda, fatto sta che Samsung ha accolto le dimissioni del suo responsabile provvedendo tempestivamente alla sua sostituzione con il VP Lee Min-hyouk, il più giovane dirigente presente in azienda.

Oggetto principali delle critiche, e spesso delle bocciature complete del device, è sicuramente lo chassis in plastica. Benché il materiale di costruzione sia da sempre presente nei device Samsung, nel caso particolare di Galaxy S5 conferisce un aspetto particolarmente economico al device svalutandolo di molto.

In particolare i fori sul retro dello chassis, come riportato dal Wall Street Journal, fanno assomigliare il device ad un cerotto o ad un rullo trasportatore. Tutti commenti non proprio entusiasti.

I prossimi device Samsung, dato il nuovo responsabile, saranno completamente rivoluzionati o manterranno questa linea guida?

sabato 3 maggio 2014

Google continua a testare le sue auto senza pilota nelle strade

Abbiamo visto negli ultimi anni come Google stia continuando ad investire ingenti somme di denaro nella realizzazione di progetti innovativi per il futuro, che dovrebbero portare alla creazione di strumenti volti a migliorare e semplificare la vita delle persone, offrendo strumenti decisamente interessanti.

Uno di questi progetti, avviato già da alcuni anni, riguarda la produzione di auto made in Mountain View che si guidano da sole, un progetto certamente ambizioso che, tuttavia, continua a fare importanti passi in avanti come dimostra il recente aggiornamento di Google che ha mostrato il funzionamento di queste auto nelle strade trafficate.

Google ha infatti confermato di aver svolto una serie di test su strada che hanno portato queste auto che si guidano da sole nelle strade trafficate delle città, riuscendo a muoversi senza problemi e senza causare alcun tipo di incidente.

Fino ad oggi queste auto hanno percorso circa 700.000 miglia senza il controllo degli esseri umani, e gli sviluppatori continuano a lavorare per migliorare ulteriormente l'esperienza di vita.

Per i futuri sviluppi del progetto, l'obiettivo di Google è quello di migliorare ulteriormente la guida di queste auto tenendo in considerazione ogni variabile data dalla guida in una città trafficata, considerando incidenti, traffico, l'attraversamento da parte dei pedoni e molto altro ancora.

Ubuntu per Android non sarà più sviluppato da Canonical

Alcuni arrivano, altri se ne vanno. Ubuntu per Android, il progetto per portare sui dispositivi col robottino verde un desktop completo, è ufficialmente da considerare morto. Ne dà conferma Canonical, l’azienda che sviluppa Ubuntu, per la quale il progetto non è più una priorità.

La notizia ha avuto origine grazie ad un bug su Launchpad, dove è presente il sistema di bug tracking di Canonical. Matthew Paul Thomas, dipendente di Canonical, ha scritto che

[Il sito] descrive Ubuntu per Android come “la funzionalità must-have per gli smartphone Android di fascia alta del tardo 2012?. Ubuntu per Android non è più in sviluppo, quindi questa pagina dovrebbe essere rimossa, insieme con [la sezione delle funzionalità].”

La discussione con altri dipendenti di Canonical ha portato ad una conferma dell’abbandono del progetto. D’altronde, per quanto l’idea potesse essere interessante, è sempre stata destinata ad una nicchia di persone. Per di più, la necessità di avere un produttore partner ha di fatto tagliato le gambe a Ubuntu per Android.

Finché, quindi, l’azienda non troverà un partner con cui mettere a frutto lo sviluppo, considererà il progetto in stato di fermo e non lo svilupperà ulteriormente. Una scelta saggia che le permetterà di concentrare maggiori risorse su Ubuntu Touch, che tutti stiamo aspettando con ansia.

mercoledì 16 aprile 2014

Telecom Italia promette la fibra ottica entro il 2016

In molte occasioni è stato ribadito come, lo sviluppo di internet e la copertura sempre maggiore di connessioni più veloci siano indispensabili per uno sviluppo del territorio, offrendo principalmente ai consumatori e alle aziende la possibilità di navigare in maniera rapida, un obiettivo che troppo spesso nel nostro paese è stato messo da parte rispetto ad altri territori della stessa Europa.

L'operatore di telefonia Telecom Italia, tuttavia, continua il proprio impegno nel migliorare e ampliare la copertura della fibra ottica, e proprio in occasione della presentazione ufficiale delle reti a banda ultra larga nella città di Bologna, l'azienda ha confermato nuovi investimenti nel prossimo futuro che consentiranno, entro il 2016, a fornire una copertura per la metà della popolazione del nostro paese.

Al momento la fibra ottica di Telecom Italia ha raggiunto 54 città d'Italia, fornendo una velocità di connessione fino a 30 Megabit al secondo.

Grazie ai recenti investimenti e ad un progetto avviato circa un anno fa che ha ridotto costi, tempi e impatto sulla città, Telecom Italia ha già utilizzato circa 550Km di cavi in fibra ottica che forniscono l'accesso alla rete ultra veloce a circa 350.000 cittadini.

Ciò è reso possibile dagli investimenti, previsti dall'azienda, pari a 3.5 miliardi di euro entro tre anni, per fornire agli utenti l'accesso a servizi internet di alta qualità.

Un importante impegno di Telecom Italia è previsto anche per la rete mobile, con la copertura 4G che ha già raggiunto 689 comuni parti a circa il 51% della popolazione, e un traguardo previsto dell'80% entro il 2016.

martedì 15 aprile 2014

Rai ed Eutelsat per il primo documentario in Ultra HD e 4K




'Roma, Napoli, Venezia... in un crescendo rossiniano'', il nuovo documentario girato in Ultra HD/4K da Rai Strategie Tecnologiche in collaborazione con Eutelsat, è stato presentato oggi per la prima volta a Roma, presso la sede Rai di Viale Mazzini. Diretto dalla regista Lina Wertmüller, l'opera sfrutta l'eccezionale qualità delle immagini 4K per mostrare il patrimonio artistico e culturale di tre città italiane: Roma, Napoli e Venezia.

L'obiettivo della collaborazione tra Rai ed Eutelsat è valorizzare le nuove tecnologie di ripresa e produzione in 4K, innovativo standard che offre una definizione quattro volte superiore a quella dell'attuale Alta Definizione e che è pronto a rivoluzionare l'esperienza di visione. Eutelsat, inoltre, ha annunciato che il documentario verrà trasmesso sul suo canale satellitare sperimentale in Ultra HD.

Intervenendo alla conferenza stampa a Roma, l'AD di Eutelsat Italia, Renato Farina, ha confermato che "Eutelsat continuerà a mettere in campo l'esperienza e le risorse per favorire l'evoluzione dell'Ultra HD ad ogni livello della catena di produzione e trasmissione. Dopo aver lanciato il primo canale europeo in Ultra HD via satellite, a gennaio 2013, abbiamo collaborato con i principali player del settore per supportare il 4K. La nostra partnership con Rai riflette questa strategia e arricchisce la library dei contenuti con un'opera eccezionale, offrendo agli spettatori un'esperienza di visione totalmente immersiva".

Il Direttore Strategie Tecnologiche Rai, Luigi Rocchi, ha dichiarato: "L'iniziativa si inquadra nel percorso di innovazione tecnologica che il Vertice Rai ha posto tra gli obiettivi prioritari dell'Azienda e nell'attività di sperimentazione tecnologica di nuovi sistemi di ripresa con contenuti d'autore".

giovedì 3 aprile 2014

TivùSat: 2,1 mln di smart card attive a marzo 2014

Alla fine del primo trimestre del 2014 la piattaforma satellitare TivùSat ha tagliato il traguardo di 2 milioni e 104 mila smart card attivate. 1,753 di famiglie italiane, dal luglio del 2009 ad oggi, per vedere la tv in chiaro hanno adottato la piattaforma alternativa al digitale terrestre. Così ha dichiarato oggi Luca Balestieri, presidente di Tivù srl, che in TivùSat mette in un solo consorzio Rai (48,16%), Mediaset (48,16%), Telecom Italia Media (3,5%), Confindustria Radio Tv (0,09%) e Aeranti-Corallo (0,09%).

«Anche il primo trimestre 2014 – ha spiegato Balestrieri al Velino – conferma un trend positivo, ininterrotto da quando nel 2009 TivùSat è nata. Abbiamo dato alla televisione gratuita un ulteriore importante canale di diffusione, rispondendo ad una esigenza delle famiglie e offrendo un’opportunità agli editori televisivi, nella composizione della cui audience TivùSat comincia a contribuire con numeri significativi. Ci siamo allineati alle esperienze dei principali Paesi europei, come il Regno Unito o la Francia; e proprio questi esempi europei ci danno l’indicazione – ha concluso – che abbiamo spazi per crescere ancora».

L’incidenza del numero di famiglie TivùSat sul numero di famiglie italiane è in media del 7%. E su base regionale varia dal 3,41% del Trentino Alto Adige al 14,96% della Calabria. Le regioni che registrano livelli di penetrazione più elevati sono la Calabria, nella quale il 15% delle famiglie ha scelto TivùSat, il Molise (14,1%), la Liguria (13,6%), la Valle d’Aosta (13,2%), la Basilicata (12,4%) e la Sicilia (10,4%).Guardando alle province, invece, in testa alla classifica troviamo Crotone e Imperia (21% delle famiglie), Agrigento (20%), Savona (18%), Cosenza (17%), Enna (17%), La Spezia (17%) e Olbia-Tempio (16%),Verbano-Cusio-Ossola (14%), Nuoro (14%), e Isernia (14%). L’incidenza maggiore si ha naturalmente in quelle regioni e in quelle province che per configurazione orografica o per disservizi tecnici presentano maggiori difficoltà di copertura del segnale digitale terrestre.

TivùSat ha un bouquet di 62 canali tv (alcuni anche in alta definizione, sia nazionali sia internazionali e locali); e 32 canali radiofonici. Tra i canali tv quelli Rai, Mediaset, La7, Real Time e DMax (Discovery), Cielo (Sky Italia), Deejay tv (L’Espresso), TV2000, i canali del gruppo LT Multimedia, quelli del gruppo Class, QVC e Home Shopping Europe. Spazio inoltre alle più importanti emittenti internazionali (tra queste BBC, Euronews, France 24, TV5 Monde, Deutsche Welle, Bloomberg, Al Jazeera, CCTV News, NHK). Qui si può scorrere tutta la lista dei canali trasmessi su TivùSat con numerazioni e frequenze.

Un bouquet di canali gratis, ricevibile da tutti con una parabola orientata su Eutelsat 13° Est, un decoder o CAM con bollino TivùSat e una smart card distribuita solo in bundling (cioè acquistabile solo con il decoder compatibile) ed attivabile in pochi minuti, che non offre però la stessa offerta tv nazionale e locale del digitale terrestre.

lunedì 24 marzo 2014

Italia protagonista dello Spazio con l'IXV di Thales Alenia

È pronto il dimostratore di rientro atmosferico dell'Agenzia Spaziale Europea sviluppato da Thales Alenia Space. A ottobre sarà lanciato nello Spazio per la prima missione.

L'azienda torinese Thales Alenia Space ha annunciato di avere terminato lo sviluppo dell'IXV (Intermediate eXperimental Vehicle), il dimostratore di rientro atmosferico dell'Agenzia Spaziale Europea che sta completando le attività di integrazione nelle camere bianche di Thales Alenia Space.

Successivamente verrà consegnato al centro ESTEC dell'ESA nei Paesi Bassi, dove sarà sottoposto ai test finali prima di essere spedito al sito di lancio di Kourou presso il Guiana Space Center (CSG), lo spazioporto europeo nella Guyana francese.

La particolarità di IXV è l'elevata aerodinamicità, ottenuta sfruttando la forma della fusoliera che massimizza la portanza e la manovrabilità. È dotato di un sistema di guida, navigazione e controllo sofisticati che utilizza superfici aerodinamiche controllate automaticamente nella fase di rientro atmosferico. Per fronteggiare questa fase non manca poi lo scudo termico per sostenere le temperature elevate a cui sarà sottoposto.

Thales Alenia Space Italia ha curato il progetto, lo sviluppo e l'integrazione del veicolo IXV ed è a capo del consorzio a cui fanno capo le principali industrie, centri di ricerca e università europee. Il ruolo italiano è quindi nuovamente di primo piano, grazie al supporto dell'Agenzia Spaziale Italiana.

Il lancio nello Spazio avverrà a ottobre 2014 tramite il vettore Vega, da cui si staccherà a un'altitudine di 320 km, per proseguire poi la sua ascesa fini a 412 chilometri. A quel punto inizierà il rientro, durante il quale saranno raccolti dati sperimentali mediante una suite di strumenti completa. Durante il rientro l'IXV raggiungerà una velocità di circa 7,7 km/s a un'altitudine di 120 km, un profilo tipico di rientro da orbita terrestre bassa (ad esempio, dall'orbita della Stazione Spaziale Internazionale).

La missione in tutto durerà circa 1 ora e 40 minuti e si concluderà con l'ammaraggio nell'Oceano Pacifico, dove il veicolo spaziale sarà recuperato da una nave appositamente attrezzata.

"La progettazione e la costruzione di questo dimostratore corona Thales Alenia Space come punto di riferimento europeo nel trasporto spaziale e nei sistemi di rientro" ha dichiarato Luigi Maria Quaglino, Senior Vice President per l'esplorazione e la scienza a Thales Alenia Space. L'obiettivo ultimo è quello di creare un mezzo di trasporto europeo per il trasporto degli astronauti da e verso lo Spazio.

sabato 22 marzo 2014

Android 5.0 potrebbe avere il Kernel Linux 3.14



Ormai sono trascorsi un po’ di mesi da quando Google ha introdotto una nuova versione del kernel Linux su Android, cioè la 3.4. Per chi non lo sapesse, il kernel è, in modo estremamente semplificato, un pezzo di software che consente il dialogo tra hardware e software.

Ad oggi, Android è fermo alla versione 3.4 del kernel Linux. A quanto pare, però, il team di sviluppo di Android si sta adoperando per introdurre una nuova versione del kernel, ovvero la versione 3.14. Da alcuni commit presenti nella repository AOSP è infatti possibile venire a conoscenza del fatto che Google sta lavorando duramente per introdurre questa versione del kernel Linux su Android, e questa informazione assume una grande importanza dal momento in cui il kernel Linux 3.14 non è stato ancora rilasciato in via ufficiale ma solo come release candiate.

Naturalmente Google dovrà adattare il kernel affinchè questo possa supportare appieno Android e contenere tutte le modifiche volta ad ottimizzare i consumi (e non solo), per cui possiamo aspettarci dei cambiamenti (forse anche considerevoli) rispetto al kernel 3.14 stock. Le nuove funzioni che attualmente sono state introdotte per il mondo mobile nel kernel Linux 3.14 (release candidate) sono le seguenti:

- supporto a GPU NVIDIA
- nuovi driver
- supporto ad NVIDIA Tegra Prime (per Tegra K1 arriverà con la futura release del kernel)
- miglioramenti delle prestazioni della CPU
- miglioramenti delle prestazioni del file system F2FS (Flash-Friendly File System)
- nuove funzioni e prestazioni migliorate per il file system Btrfs
- kernfs è stato realizzato al di fuori di sysfs
- supporto Xen PHV
- SCHED_DEADLINE ora presente
- aggiornamenti BCache e blk-mq
- supporto per le ultime CPU MIPS
- supporto a TCP Auto Corking, una nuova funzionalità di rete

Ci si aspetta che Google rilasci il nuovo Kernel in concomitanza con il rilascio di una nuova versione di Android (forse la 4.5 o 5.0), che presumibilmente sarà presentata a bordo di un nuovo dispositivo Nexus.

giovedì 13 marzo 2014

Crisi tv locali, Rea propone la riforma del sistema televisivo


La causa principale della crisi dell’emittenza locale è dovuta alla discriminante assegnazione delle frequenze televisive del digitale terrestre che non ha tenuto conto delle direttive europee e delle disposizioni di legge italiane ad opera dei Governi precedenti e dell’Agcom.

Le violazioni commesse, secondo la Rea (Radiotelevisioni Europee Associate), hanno provocato ingenti danni economici alle imprese televisive valutate in 700 milioni di euro conseguenti allo stato prefallimentare di 350 emittenti e alla perdita di 2800 posti di lavoro. E’ una tragedia più grande dell’ILVA e di Elettrolux in quanto sono in ballo migliaia di posti di lavoro e la fondamentale libertà costituzionale sul pluralismo dell’informazione.

La Rea ha più volte chiesto all’Agcom e al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) di convocare un Tavolo di lavoro, ma è come aver parlato ai sordi. Tuttavia la possibilità di rimediare ai danni commessi è possibile in occasione del nuovo standard televisivo DVB-T2 che consente di comprimere i segnali in modo tale da ottenere, con l’impiego di una sola frequenza, fino a 20 programmi rispetto agli attuali 6 del DVB-T. E’ una occasione da non perdere per adeguare il Piano di Assegnazione delle Frequenze alle Direttive europee e alla legislazione italiana in modo da creare i presupposti per salvare le aziende, i posti di lavoro, il pluralismo informativo nonché sviluppo e benessere per l’Italia.

«Per realizzare tale opportunità, il Parlamento dovrà necessariamente approvare una nuova legge di riforma del sistema radiotelevisivo che preveda precise norme di attuazione per il MISE e l’Autorità in modo da impedire ulteriori vantaggi in favore della nota lobby del conflitto d’interessi ben inserita nelle istituzioni a tutti i livelli» ha dichiarato il Presidente della Rea Antonio Diomede.

L’altra nota dolente della crisi dell’emittenza locale è quella relativa al sostegno economico, dovuto per legge, all’editoria radiotelevisiva per mantenere in essere il pluralismo informativo. Anche in questo caso si tratta di una misura già prevista dalla legge 422/93, mai attuata, che prevede di assegnare una parte del canone Rai all’emittenza locale. In sostanza si tratta di emettere un decreto attuativo della 422/93 che comprenda anche la soppressione delle agevolazioni alle radio di partito.

In alternativa la Rea propone di stornare il 10 per mille dai ricavi di natura commerciale delle Reti nazionali private e della Rai, per sostenere l’emittenza locale. Con tale decreto attuativo il bilancio dello Stato verrebbe sgravato di ben 150 milioni euro/anno, parte dei quali, valutabili in 35 milioni di euro potrebbero essere ben impiegati, una tantum, per lo sviluppo della Radio digitale.

ARTICOLI DI LEGGE DA MODIFICARE E/O INTEGRARE PER UN ASSETTO RADIOTELEVISIVO CONFORME AGLI ACCORDI MONDIALI ED EUROPEI E ALLE NORMATIVE NAZIONALI

L’articolo 8, comma 2, del Testo Unico della Radiotelevisione (decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177), novella:
2. La disciplina del sistema di radiodiffusione televisiva tutela l’emittenza in ambito locale e riserva, comunque, un terzo della capacità trasmissiva, determinata con l’adozione del piano di assegnazione delle frequenze per la diffusione televisiva su frequenze terrestri, ai soggetti titolari di autorizzazione alla fornitura di contenuti destinati alla diffusione in tale ambito.

Aggiungere il comma 3: In considerazione degli obiettivi di tutela del pluralismo e degli altri obiettivi di interesse generale, nonché dei criteri e principi dettati dall’articolo 42, i diritti di uso delle radiofrequenze per le trasmissioni televisive terrestri in tecnica digitale in ambito nazionale e locale, stante l’esigenza di ottimizzare l’utilizzazione delle risorse radioelettriche scarse, sono rilasciate esclusivamente a società consortili o a soggetti organizzati in gestione condominiale mediante intese. A tal fine il diritto d’uso può essere rilasciato anche per porzioni di capacità trasmissiva fino alla concorrenza dell’intero sfruttamento della banda di ogni singola frequenza.

Aggiungere il comma 4: I soggetti titolari del diritto d’uso di cui al comma 3 sono obbligati ad utilizzare la risorsa affidata entro e non oltre sei mesi dal rilascio dell’autorizzazione.

Aggiungere il comma 5: Trascorsi 180 giorni, e non oltre 210 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministero provvede alla ricognizione delle capacità trasmissive non efficientemente utilizzate per rimetterle nella propria disponibilità.

Aggiungere il comma 6: Il Ministero, assegna all’emittenza locale non meno di un terzo della capacità trasmissiva delle frequenze coordinate in sede internazionale pianificate dall’Autorità, mediante un progetto di compatibilizzazione. Le frequenze non coordinate potranno essere utilizzate nei casi di estrema necessità purché, a tutti gli effetti, risultino equivalenti alle coordinate.

Aggiungere il comma 7: La revisione del piano di assegnazione delle frequenze conseguente alla applicazione dei precedenti commi 3) 4) 5) e 6) dovrà essere operativa entro e non oltre l’attuazione dello standard DVB-T2 adottato nel settembre 2009 dall’ETSI EN 302-755 VI.I.I. (2009-09) ed eventuali evoluzioni.

Aggiungere il comma 8: In considerazione degli obiettivi di tutela del pluralismo e degli altri obiettivi di interesse generale, nonché dei criteri e principi dettati dall’uso efficiente dello spettro elettromagnetico, le radiofrequenze per le trasmissioni radiofoniche terrestri in ambito nazionale e locale, stante l’esigenza di ottimizzare l’utilizzazione delle risorse radioelettriche scarse, sono pianificate in SFN entro e non oltre 180 giorni dalla entrata in vigore della presente legge.

DECRETO ATTUATIVO DELL’ARTICOLO 10 DEL DECRETO LEGGE 27 AGOSTO 1993, CONVERTITO IN LEGGE 27 OTTOBRE, N. 422 o STORNO 10 PER MILLE DA RICAVI RETI PRIVATE E RAI PER SOSTENERE L’EMITTENZA LOCALE (aliquota canone RAI alle locali)
(in preparazione)

DECRETO ATTUATIVO DELL’ARTICOLO 24, COMMA 2,LEGGE 112/04 – MISURE DI SOSTEGNO PER L’AVVIAMENTO DELLA RADIO DIGITALE (in preparazione) RIPRISTINO DELLA NORMATIVA RELATIVA ALLE PROVVIDENZE EDITORIA DI CUI ALLA LEGGE 250/90 – LIQUIDAZIONE PROVVIDENZE PREGRESSE ENERGIA ELETTRICA
(in preparazione)

ARTICOLO DI LEGGE PER LA SOPPRESSIONE DELL’ARTICOLO 4, LEGGE 250/90 – CONTRIBUTI ALLE RADIO DI PARTITO

Il super cavo di Intel che trasporta datii a 800Gbps

Questo minuscolo cavo verde potrebbe sembrare un qualunque cavo del tutto innocuo, ma in realtà è in grado di trasportare dati a ben 800Gbps. Basato sulla tecnologia Silicon Photonics di Intel, il cavo usa 64 fibre: 32 per trasmettere e 32 per ricevere. Ogni fibra è in grado di spostare dati a 25Gbps.

Fate una veloce moltiplicazione e otterrete 800Gbps in ogni direzione. In totale 1.6Tbps. Le fibre sono tenute insieme alla fine dal cavo da un connettore MXC, molto più sottile di un plug ethernet standard,
Peccato che non siano certo destinati al mercato consumer. I cavi sono progettati per interconnettere cavi nei datacenter e nei supercomputer dove sostituiranno quelli da 10Gbps attualmente in uso per collegare gli switch e tutto il resto. Chissà, magari un giorno li vedremo anche nei nostri PC.

sabato 22 febbraio 2014

Telegram, alternativa a WhatsApp con client per Linux, Windows e Mac

Telegram è un'interessante servizio di messaggistica istantanea che punta ad offrire una valida alternativa a WhatsApp grazie anche all'accesso via web e client dedicati disponibili anche per Linux.

La recente acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook ha fatto scattare diverse discussioni riguardanti soprattutto sul futuro della famosa applicazione mobile di messaggistica istantanea.
Per fortuna esistono altre valide alternative a WhatsApp come ad esempio Telegram un'ottimo servizio di messaggistica istantanea open source con oltre cinque milioni di download su Google Play Store e soprattutto un'ottima reputazione da parte degli utenti con una valutazione media di 4,1 stelle.
Telegram è un progetto che punta a fornire all'utente una valida alternativa a WhatsApp offrendo le stesse funzionalità però in modo gratuito senza quindi abbonamento, pubblicità o altro. Da notare che Telegram è un progetto open source, il codice sorgente dell'intero progetto compresi i vari client sono ospitati su Github.

Caratteristica che rende  migliore Telegram di WhatsApp è la possibilità di utilizzare il servizio di messaggistica istantanea anche da qualsiasi browser pc grazie al progetto Webogram oppure attraverso un client dedicato per Linux, Windows e Mac.

Per Linux è disponibile il client Telegram CLI, (attualmente ancora in fase di sviluppo) che ci consente di poter chattare con i nostri amici direttamente da terminale, per gli utenti Arch Linux è possibile installare il client attraverso AUR.

venerdì 21 febbraio 2014

Ubuntu: le stesse applicazioni su smartphone, tablet e PC

Jono Bacon, manager della community Canonical, pubblica recentemente un video molto interessante che mostra come sarà possibile eseguire la stessa applicazione su dispositivi diversi, quali smartphone, tablet e PC. Tramite l’SDK rilasciato si potranno infatti realizzare applicazioni che basterà adattare solamente alla dimensione ed alla risoluzione dello schermo, ma che funzioneranno in maniera identica su tutti i tipi di dispositivi; per cui viene a rafforzarsi quell’idea che sta alla base del concetto che ha portato alla realizzazione di Ubuntu Touch: rendere un qualsiasi dispositivo mobile un vero e proprio PC.

La “fusione” è quindi possibile ed è anche possibile avere un’esperienza utente unificata tra i vari dispositivi, in modo che l’utente abbia sempre a portata di mano un device che può utilizzare a seconda delle esigenze. La possibilità di lanciare la stessa applicazione su dispositivi diversi non si avrà però prima del mese di Ottobre, quando Caninocal dovrebbe rilasciare Ubuntu 14.10 con la nuova Unity 8 UI.

Outernet: internet gratuitamente nel mondo


Fino ad oggi sono senza dubbio tante le persone che hanno accesso ad internet in tutto il mondo, ma ancora molte altre non hanno questa opportunità a causa di infrastrutture assenti o per la censura presente in altri territori, un problema che, tuttavia, nel prossimo futuro, potrebbe essere aggirato grazie ad un nuovo promettente progetto.

Una società con sede a New York, Media Development Investment Fund, ha infatti presentato in questi giorni Outernet, progetto che si pone l'obiettivo di offrire l'accesso gratuito ad internet in ogni parte del mondo sfruttando dei mini-satelliti in grado di ricevere e diffondere il segnale wi-fi in tutto il mondo.

Secondo le informazioni confermate, il progetto prevede di lanciare intorno all'orbita terrestre una serie di mini-satelliti, chiamati Cubsat, in grado di creare una rete wireless ricevendo dati da una rete di stazioni sulla Terra e diffondendo le informazioni in maniera continua fino alla ricezione di nuovi dati.

Sfruttando questo sistema, sarebbe possibile non solo fornire l'accesso ad internet gratuito in tutto il mondo, ma anche inviare una serie di notifiche di allarme in caso di disastri naturali e consentire l'accesso libero alla rete in quei territori nei quali vige una forte censura del web.

L'obiettivo è senza dubbio ambizioso, e attualmente la società responsabile sta raccogliendo fondi per realizzare il progetto, che potrebbe vedere la luce già entro la metà del 2015.

Ubuntu Touch: in arrivo 2 nuovi smartphone prodotti da BQ e Meizu


Canonical ha annunciato che entro il 2014 approderanno nel mercato due nuovi smartphone con Ubuntu Touch preinstallato prodotti da BQ per l'Europa e Meizu in Cina.

Ubuntu Touch sta per arrivare! Canonical ha confermato che entro quest'anno approderanno nel mercato i primi due smartphone con Ubuntu Touch preinstallato.
Le aziende produttrici che hanno decisi di produrre e puntare sul nuovo Ubuntu sono Meizu (come già preannunciato nei giorni scorsi da lffl) e BQ azienda Argentina con sede in Spagna.
Attualmente non sono trapelate informazioni riguardanti le caratteristiche dei due nuovi smartphone, che verranno commercializzati entro il 2014 sia in Europa (nel quale sarà disponibile lo smartphone di BQ) e nel mercato Cinese (con lo smartphone di Meizu).

Mark Shuttleworth.ha indicato che al momento del rilascio dei due nuovi smartphone, saranno disponibili per Ubuntu Touch le 50 applicazioni più diffuse per Android e Apple iOS.
Novità anche per il nome del nuovo sistema operativo mobile di Canonical che non sarà più Ubuntu Touch, Ubuntu Phone OS o Ubuntu Mobile ma sarà semplicemente Ubuntu dato che 95% del codice sarà condiviso tra la versione mobile e desktop di Ubuntu.

giovedì 13 febbraio 2014

Addio agli smartphone bomba grazie a una nuova batteria

Un elettrolita di nuova concezione potrebbe essere la chiave per batterie agli ioni di litio che non prendono fuoco e non esplodono. Lo studio di un ricercatore dell'Università della North Carolina accende la speranza.

Addio alle batterie agli ioni di litio che esplodono spontaneamente ad alte temperature. Non è solo un augurio, ma anche una speranza concreta grazie allo studio del chimico Joseph DeSimone dell'Università della North Carolina. Cercando un materiale che impedisse alla fauna sottomarina di attaccarsi al fondo delle barche DeSimone è riuscito a identificare un sorprendente rimpiazzo per l'unico componente infiammabile nelle batterie moderne: l'elettrolita.

"C'è una grande domanda di queste batterie, e una richiesta ancora più grande di renderle sicure", ha affermato DeSimone. "Gli studiosi ricercano un rimpiazzo per l'elettrolita da anni, ma nessuno ha mai pensato di usare il PFPE (perfluoropolietere) come principale materiale elettrolita nelle batteria agli ioni di litio".

Gli ioni di litio attraversano l'elettrolita, passando da un elettrodo all'altro con la batteria in carica. Quando però le batterie sono sovraccariche, l'elettrolita prende fuoco e la batterie possono dare il via a una combustione spontanea. È un grosso problema, non tanto nei dispositivi mobile, che hanno batterie piccole e comunque sono rimpiazzati di frequente, ma soprattutto nelle auto o negli aerei, che hanno unità più grandi che non si possono sostituire con facilità e frequenza. Le conseguenze possono essere "catastrofiche".

In passato i ricercatori hanno identificato elettroliti non infiammabili, ma questi compromettevano le proprietà degli ioni di litio. "Oltre a non essere infiammabile, il PFPE mostra proprietà davvero interessanti come il trasporto degli ioni. Questo consente al nostro elettrolita di differenziarsi dalle scoperte precedenti".

Il PFPE ha una struttura chimica simile a un elettrolita polimerico destinato proprio alle batterie agli ioni di litio. Tra l'altro, non è un materiale nuovo: è un polimero usato a lungo come lubrificante nella manutenzione d'ingranaggi di macchine industriali. "Quando abbiamo scoperto che potevamo sciogliere il sale di litio in questo polimero, abbiamo deciso di approfondire. La maggior parte dei polimeri non si mescola con i sali, ma questo sì, e non è infiammabile. È un risultato inaspettato".

Il collaboratore Nitash Balsara del Lawrence Berkeley National Laboratory e il suo team sono stati incaricati di studiare il trasporto degli ioni di litio all'interno dell'elettrolita e trovare elettrodi compatibili per realizzare una batteria. In futuro il team si focalizzerà nell'ottimizzazione della conduttività dell'elettrolita per migliorare le caratteristiche di carica e scarica - un passaggio essenziale per parlare di produzione commerciale. Se avranno successo si potranno creare batterie che si possono usare anche in ambienti estremamente freddi - nello spazio o nelle operazioni navali di profondità.

domenica 26 gennaio 2014

HTC vi spiega come nasce un update di Android

Se vi si chiedesse quale è il peggior difetto che attanaglia Ancroid, quale sarebbe la vostra risposta? Oramai lo sanno anche i muri, il cruccio maggiore per il sistema operativo di Google è la frammentazione. I dispositivi con Android stanno sicuramente spopolando e in molti paesi hanno doppiato i meladispositivi, ma per tanti dispositivi in giro per il mondo, ci sono troppe versioni differenti dello stesso sistema operativo. Il confronto con il principale nemico è impietoso, ci saranno anche meno iPad e iPhone, ma la quasi totalità di questi dispositivi ha la stessa versione di iOS.

HTC è uno dei produttori che ha sempre cavalcato la causa di Android e ora prova a fare del suo per mettere una pezza alla frammentazione. In una pagina web spiega nel dettaglio i passi che una nuova versione deve fare prima di essere disponibile per il download e l'installazione. Mostra anche lo status di avanzamento dell'upgrade di Android 4.4 KitKat per le varie edizioni del principale prodotto di HTC: il One con una lista delle varie versioni per gli altri dispositivi dello stesso produttore.

Se questo non dovesse bastare, c'è anche la pssibilità di accedere ad contenuto infografico molto dettagliato con i 12 punti che un update segue da quando lascia Google fino al momento in cui raggiunge i dispositivi finali.

Il concetto principale è quello di veicolare gli utenti verso un update tranquillo e sicuro e renderli partecipi del laborioso processo che dovrebbe fare in modo che ogni update sia veloce e indolore.

WhatsApp raggiunge i 50 milioni di messaggi giornalieri superando gli SMS

I mezzi di comunicazione cambiano rapidamente, soprattutto nel mondo delle tecnologie attuali. Se pochi anni fa gli SMS erano la forma più usata per scambiare messaggi, oggi sono stati letteralmente sorpassati da WhatsApp.

Difficile preferire gli SMS ad i gratuiti ed immediati messaggi di WhatsApp. Se si aggiunge anche la possibilità di allegare emoji, foto, video e clip audio, si capisce il risultato ottenuto in questi giorni.

WhatsApp ha infatti annunciato di aver raggiunto il tetto di 50 milioni di messaggi scambiati ogni giorno, in particolare 36 miliardi in uscita e 18 miliardi di messaggi in ingresso. Questo, secondo l’analista Benedict Evans, sorpassa il traffico di SMS scambiato giornalmente al giorno d’oggi.

La famosa app di messaggistica istantanea ha 430 milioni di utenti attivi al mese. Pensate che la società è formata da soli 50 impiegati e non ha mai speso un solo dollaro per la pubblicità.

sabato 25 gennaio 2014

Trent’anni dal primo Mac

Trent’anni fa – 24 gennaio 1984 – iniziavano le vendite del primo Macintosh. Arrivato nei negozi due giorno dopo il SuperBowl, dove fu mandato in onda il famoso spot commerciale “1984?, il Macintosh 128K cambiò per sempre il modo di guardare i personal computer.

Non è stato il primo computer per “il popolo” (per questo mercato fu creato diversi anni prima l’Apple II) e non era la prima macchina dell’azienda di Cupertino ad usare l’interfaccia WIMP (finestre, icone, puntatore del mouse, ecc.), ma è stato il primo computer che ha portato tutto ciò che di buono e innovativo aveva la Apple: facilità di utilizzo, attenzione alla creatività della persona e l’idea che ci fosse qualcosa di migliore di uno schermo che mostrava soltanto caratteri verdi su uno schermo nero (caratteristica di tutti i computer esistenti fino a quel momento).

Il Macintosh 128K è stato il primo computer con interfaccia grafica e mouse di serie a conquistare un vasto pubblico di utenti e a entrare prepotentemente nel mercato. Con questo grande successo Apple riscattò l’iniziale tiepida accoglienza riservata all’Apple Lisa, il suo predecessore, e dimostrò che l’idea del concetto di scrivania virtuale, che si basava su di una interfaccia WIMP era vincente. Con questa mossa, Apple riuscì a dimostrare che il paradigma WIMP veniva apprezzato a livello mondiale anche da neofiti o da professionisti che non fossero addetti del settore dell’informatica, che un’interfaccia grafica faceva presa e attirava la curiosità di grandi masse, e che, infine, la semplicità e intuitività del concetto di mouse associato a una GUI desktop apriva finalmente l’informatica domestica, hobbystica e professionale a un pubblico che, fino a quel momento, era stato timido e restio ad avvicinarsi a quel “misterioso” oggetto (così allora veniva considerato) che è il personal computer, visto come strumento di élite e non di uso comune.

Aveva 128K di RAM, 8 MHz ed era in grado di leggere un disco floppy da 3.5'; il software montato era il Mac OS 1.0 ed aveva uno schermo in bianco e nero da 9'. Veniva venduto a 2500 dollari (equivalente a circa 5000 dollari di oggi). Per festeggiare i 30 anni dalla sua commercializzazione, vi mostriamo il video della presentazione ufficiale tenuta da Steve Jobs:

domenica 19 gennaio 2014

Windows XP: Microsoft conferma la fine del supporto dall'8 aprile 2014

Con voci di corridoio che si avvicendavano anche prima del rilascio di Windows 8 e una conferma ufficiale arrivata qualche tempo dopo, era ampiamente stato anticipato che Microsoft avrebbe presto cessato il supporto a Windows XP, una delle versioni del suo celebre sistema operativo per PC ancora oggi utilizzato da molti utenti in tutto il mondo.

Ebbene, attraverso un comunicato ufficiale diffuso oggi, Microsoft ha definitivamente fissato la data in cui smetterà di supportare Windows XP, 8 aprile 2014, specificando in dettaglio le conseguenze di questa scelta e invogliando le imprese e gli utenti che ancora utilizzano Windows XP a passare alle versioni più recenti del suo sistema operativo per mettere al sicuro i propri PC connessi alla rete.

Microsoft ha confermato che fino al 14 luglio 2015, per aiutare le imprese che già stanno effettuando la migrazione, fornirà l'accesso alle signature anti-malware dei suoi antivirus per prodotti enterprise come System Center Endpoint Protection, Forefront Client Security, Forefront Endpoint Protection e Windows Intune running, specificando tuttavia che l'utilizzo di antivirus aggiornati su sistemi operativi non supportati, non è da considerare una soluzione sicura.

Il colosso di Redmond ha inoltre specificato che il supporto tecnico a Windows XP non sarà più disponibile e non saranno rilasciati aggiornamenti automatici per la sicurezza, rendendo i dispositivi più vulnerabili a malware, spyware e virus che renderanno il PC meno sicuro.

Sarà quindi possibile continuare ad utilizzare il sistema operativo in questione, ma mettendo inevitabilmente a rischio la propria sicurezza.

E' quindi consigliabile effettuare la migrazione prima che Microsoft smetta di supportare Windows XP.

giovedì 16 gennaio 2014

WhatsApp permetterà di acquistare l’abbonamento ad un amico





Ormai gli SMS e gli MMS sono diventati storia vecchia, quasi dimenticata. Abbiamo da non molto sostituito il nostro modo di dire “Ti mando un messaggio” con “Ti mando un messaggio su WhatsApp” oppure “Ti mando un messaggio su Hangouts” in modo definitivo; pochi restano ancora legati ai messaggi di testo brevi tradizionali.

Riepilogando, sappiamo benissimo che WhatsApp permette di inviare testo, immagini, video e audio, ma solo attraverso il pagamento dell’abbonamento del servizio. Non tutti gli utenti, però, hanno una carta di credito collegata al proprio account o quanto meno non hanno voluto collegarla per svariate ragioni, per cui non hanno potuto usufruire di WhatsApp e pagare il servizio per continuare ad utilizzarlo. Grazie ad un nostro lettore, però, ci è arrivata una segnalazione che riguarda la possibilità di estendere l’abbonamento ad uno dei nostri contatti. Tutto questo dovrebbe diventare realtà con uno dei prossimi aggiornamenti dell’applicazione.

venerdì 10 gennaio 2014

Samsung Galaxy Note 4, in arrivo a Maggio con display a 3 lati




Secondo alcune fonti vicine all’azienda, Samsung starebbe seriamente valutando la possibilità di utilizzare un display a tre lati sul suo prossimo Galaxy Note 4. “Sarà un dispositivo di fascia alta” afferma il VP di Samsung Lee Young Hee. Ma che cos’è un display a tre lati?

Il termine utilizzato dall’azienda si riferisce alla tecnologia Youm di Samsung che prevede uno schermo ultra-flessibile. Già da diversi anni Samsung sta studiando su diversi prototipi di questo schermo; soltanto lo scorso anno al CES è stato mostrato il primo al pubblico, ma sembra proprio che l’azienda sia finalmente in grado di implementare questa tecnologia sui propri dispositivi.

“Questa tecnologia è rivolta ai consumatori che cercano un dispositivo per uso professionale e sono disposti a pagare di più per i propri dispositivi” ha aggiunto Lee parlando della prossima generazione di Galaxy Note.

In alto vi mostriamo il video di presentazione della tecnologia Youm al CES 2013.

Tempesta solare oggi: GPS e comunicazioni a rischio?


Oggi i satelliti per le telecomunicazioni, i GPS e le linee elettriche potrebbero subire interruzioni nel funzionamento a causa di una tempesta geomegnetica a seguito della più violenta eruzione solare dell'ultimo decennio. A darne notizia è la NASA, che con la telecamera del Solar and Heliospheric Observatory ha fotografato il violento evento a cui è seguita una gigantesca nube di particelle che si è dispersa nello Spazio e raggiungerà la Terra domani.

Gli esperti spiegano che la causa dell'eruzione, associata anche ad un'espulsione di massa coronale, è stata la macchia AR1944, comparsa sul Sole il 7 gennaio con una regione attiva larga più di 200.000. La macchia ha prodotto un brillamento di classe X, il valore più alto su una scala di 5 classi. L'Agenzia statunitense per l'atmosfera e gli oceani (NOAA) ha calcolato che esiste una probabilità del 60% che lo sciame di particelle diretto verso la Terra possa provocare tempeste geomagnetiche. Di positivo c'è che probabilmente si assisterà a spettacolari aurore polari, quello negativo come detto è l'alta probabilità di tempeste magnetiche che potrebbero mettere temporaneamente fuori servizio satelliti per le telecomunicazioni e linee elettriche.
Come spiega l'agenzia spaziale statunitense, le particelle non arrecheranno danni diretti alla popolazione sulla Terra, però alcuni voli aerei potrebbero essere costretti a modificare le rotte per evitare l'eccessiva esposizione alle radiazioni solari. Una precauzione per equipaggi e passeggeri dei voli aerei che percorrono le rotte polari e che potrebbero essere esposti a una dose di radiazioni maggiore rispetto a quella che si assorbe normalmente durante i voli.

Per questo sarà importante nelle prossime ore tenere d'occhio la pagina web dello Space Weather Prediction Center della NOAA, che è la fonte ufficiale del governo degli Stati Uniti per le previsioni meteo sullo Spazio, in cui ci saranno informazioni aggiornate in tempo reale sull'evolversi della situazione.

lunedì 6 gennaio 2014

Mediaset, ultimo via libera al quinto mux del digitale terrestre


Mediaset ha ottenuto dell’Antitrust italiano l’ultimo via libera per l’accensione del quinto multiplex sulla piattaforma del digitale terrestre, nato dalla conversione in tecnica DVB-T di quello destinato al tv mobile in DVB-H, ormai in disuso.

Con l’arrivo del nuovo anno, dopo l’ok del Ministero dell sviluppo economico e dell’Agcom nel giugno scorso, l’Autorità per la concorrenza e il mercato ha applicato il principio di neutralità tecnologica in relazione alle frequenze tv, e ha eliminato i paletti (uso del mux solo in DVB-H in affitto a terzi e nessun ricavo pubblicitario) imposti nel 2006 al Biscione per garantire la concorrenza, in conseguenza dell’acquisizione del multiplex da Prima Tv di Tarak Ben Ammar.

L’Antitrust, presieduta da Giovanni Pitruzzella, ha però imposto a Elettronica Industriale (l’operatore che lavora per Mediaset per la gestione di torri e frequenze) delle limitazioni: per non alterare gli attuali equilibri del mercato pubblicitario tv italiano, il mux 3 Mediaset non dovrà contenere nuovi canali in chiaro, e non potrà ospitare nuovi canali “time shifted” (quei canali ritardati di una o più ore rispetto alla normale programmazione). La frequenza tv potrà invece contenere versioni dei canali esistenti di Cologno Monzese in HD o in DVB-T2, potrà trasmettere vecchi e nuovi canali pay Mediaset, e infine potrà ospitare canali di terzi in chiaro e a pagamento.

Mediaset, secondo le disposizioni dell’Autorità, non dovrà in ogni caso aumentare attraverso il nuovo mux l’offerta free: se un canale in chiaro verrà spostato da un altro mux al nuovo, lo spazio libero sul vecchio multiplex non potrà essere sfruttato per un nuovo canale free. L’Antitrust ha deciso quindi, anche grazie a questi impegni presi da Mediaset, che la conversione non inciderà sul mercato delle infrastrutture tv, delle reti, della pay-tv, delle tv in chiaro e della pubblicità. Una conversione simile (da mux DVB-H a DVB-T) è stata recentemente concessa dal Ministero alla Rai e, dopo i ricorsi al Tar del Lazio, all’operatore telefonico H3G.