L'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU) ha iniziato a dibattere per decidere i parametri che definiranno i formati televisivi a Ultra Alta Definizione (UHDTV). Il gruppo di lavoro specifico (ITU-R Working Party 6C) si è incontrato al recente "Forum on Emerging Media Technologies" di Ginevra è in qualche modo, com'era previsto, ha individuato in 4K (3840 x 2160 pixel) e 8K (7680 x 4320 pixel) UHDTV la nuova frontiera.
Al momento la televisione pubblica giapponese NHK è l'unica ad aver previsto una messa in onda per il 2020, ma non sono da escludere test anche in altri paesi. Ad esempio nel Regno Unito, durante le prossime Olimpiadi vi saranno trasmissioni UHDTV sperimentali che visualizzeranno le immagini su vari maxi-schermo da 15 metri di altezza dislocati sul territorio.
Quel che conta è che la definizione di standard condivisi, come sostiene il direttore tecnologico dell'European Broadcasting Union (EBU) David Wood, consente di potenziare lo sviluppo e concentrare le forze in un'unica direzione. Il tutto anche se a godere di questa televisione saranno solo le prossime generazioni.
"I nuovi formati trarranno vantaggio dall'ampliamento cromatico dei futuri schermi, hanno l'opzione di econding di luminanza costante e consentono di raggiungere fino a 120 fotogrammi al secondo. Le discussioni riguardanti il broadcasting di questi segnali convergono sulla frequenza satellitare inutilizzata dei 22 GHz, ma il digitale terrestre potrebbe essere possibile", sostengono gli esperti dell'EBU.