venerdì 26 aprile 2013

Codacons lancia class action contro la Rai

Il Codacons e l'associazione utenti radiotelevisivi lanciano una mega class action per far ottenere ai circa 17 milioni di abbonati Rai il risarcimento dei danni prodotti «da una gestione economica spavalda dei soldi pubblici» raccolti con il canone. La Guardia di Finanza avrebbe effettuato nei giorni scorsi, sostiene il Codacons, «un blitz negli uffici della Rai a Roma, acquisendo carte e documentazione nell'ambito dell'inchiesta avviata di recente dalla magistratura capitolina».

Ma l'azienda televisiva pubblica smentisce all'ANSA: non c'è stato alcun blitz, c'è stata un'acquisizione di documentazione nell'ambito dell'inchiesta sul lavoro notturno al Tg1, inchiesta che parte - si sottolinea - proprio da un esposto della Rai. Sulle spese della tv pubblica Codacons ha presentato di recente un corposo dossier alla Corte dei Conti e alla Procura di Roma, proponendo un incontro al DG Rai Luigi Gubitosi e al Presidente Anna Maria Tarantola proprio per sottoporre alla loro attenzione le 'spese follì dell'azienda. «Richiesta - dicono al Codacons - rimasta finora lettera morta».

Da oggi sul sito del Codacons si possono scaricare - informano - il documento per la mega class action che mira a far ottenere ai circa 17 milioni di abbonati Rai il risarcimento dei danni: «tutti coloro che hanno pagato il canone Rai negli ultimi 5 anni, possono presentare querela individuale e costituirsi parte offesa nel procedimento aperto dalla Procura di Roma, così da avviare l'iter per ottenere, il risarcimento dei danni subiti in qualità di soggetti offesi da reato (per una somma non inferiore a 552,5 euro ad abbonato, pari al canone pagato negli ultimi 5 anni)».

Intanto il Codacons attacca duramente i membri del CdA Rai di area Pd (Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi) i quali, «ingessati dai sindacati dei giornalisti, non solo non muovono un dito per combattere corruzione e sprechi, ma addirittura, vedi il caso di Colombo, attaccano ferocemente il partito che li ha nominati all'interno della Rai, senza però dimettersi dal proprio incarico. E pensare che anche a loro l'associazione si era rivolta, segnalando non solo i compensi esagerati elargiti ad alcuni personaggi televisivi (come Bobo Vieri o Gianni Rivera, questione su cui ora indaga la Corte dei Conti), ma anche l'iter assolutamente irregolare seguito per la nomina di Gubitosi, imposto dal premier Monti. Tutte questioni per le quali i due consiglieri hanno mostrato totale indifferenza.