Brutte notizie per gli utenti Android.
BlueBox Security, infatti, pare abbia scoperto una falla di sicurezza
riguardante un malware che potrebbe aver colpito tantissimi dispositivi.
Si tratta di un virus presente ormai da 4 anni, addirittura dalla versione Donut 1.6 in poi, compresa l’ultima Jelly Bean.
In pratica, il malware riesce a prendere il controllo di molte
applicazioni riuscendo a far eseguire alcune operazioni al terminale
senza che il proprietario possa rendersene conto.
Non solo, i malintenzionati potrebbero avere un accesso praticamente
totale al dispositivo, riuscendo a carpire anche dati sensibili. Fra
l’altro, il malware esegue le operazioni illecite senza che vengano
segnalate dal sistema come pericolose.Samsung,
a quanto pare, ha già provveduto ad un aggiornamento dei Galaxy S4 per
correggere il problema, e presto anche le altre aziende potrebbero
essere pronte a rilasciare nuovi aggiornamenti per i vari terminali.
domenica 28 luglio 2013
Applicazioni troppo potenti, gli smartphone faticano ad aggiornarsi
Di solito la velocità dei computer raddoppia ogni 18-24 mesi, ma aggiornare i processori oggi costa davvero troppo. Colpa di limiti tecnologici e requisiti grafici da capogiro. È davvero la fine?
C'era una volta la legge di Moore e la certezza che la velocità dei computer sarebbe raddoppiata ogni due anni. Ha funzionato per un po' e grazie alla costante miniaturizzazione dei processori i PC sono diventati sempre più potenti. Più un circuito diventa piccolo, maggiore è il numero di unità di calcolo che occupano la stessa area. Semplice, no? Tutto andava per il meglio, ma a un certo punto qualcuno ha avuto l'idea di trasformare gli smartphone in macchine delle meraviglie in miniatura. E il mondo ha iniziato a scricchiolare.
Come riporta PCWorld, il produttore di processori AMD ha lamentato segnali di rallentamento nel passaggio dei chip da 28 a quelli da 20 nanometri (nm) a causa dei costi di manifattura troppo elevati. Ma cosa c'entrano le app in tutto questo? Software e hardware sembrano sì due mondi separati, ma in realtà devono scontrarsi tutti i giorni. Per fare girare al massimo della velocità un gioco dalla grafica mozzafiato - su iPad ne trovate a valanghe - servono un processore e una memoria RAM all'altezza della situazione.
Il vero problema è che gli sviluppatori di app premono l'acceleratore più a fondo rispetto alle case produttrici di processori. Morale della favola di Moore, smartphone e tablet dal software gigante non possono poggiare sulle spalle di un hardware nano. Tradotta in gergo quotidiano, se strapazzi troppo il tuo iPhone, prima o poi quello crasha. A dirlo è anche un lungo e dettagliato post dello sviluppatore iOS Drew Crawford: siamo di fronte a un muro tecnologico oltre il quale non è facile ottenere maggiori prestazioni solo grazie a nuovi algoritmi di programmazione.
In poche parole, serve nuovo hardware sempre più veloce e miniaturizzato. Ma se i nuovi processori saranno troppo costosi per computer fissi e portatili - la legge di Moore non si applica a supercervelloni elettronici fuori dal mercato - per smartphone e tablet andrà anche peggio. La triste verità è che i chip di nuova generazione, come quelli da 22 nm di Intel, non sono fatti per i dispositivi mobile monopolizzati dall'azienda inglese ARM.
In realtà non è detto che l'apocalisse dei chip sia in agguato dietro l'angolo. Girano voci sul fatto che Samsung stia lavorando a processori da 14 nanometri per iPhone da consegnare a Apple nel 2015, ma è troppo presto per cantare vittoria in nome di Moore. App e sistemi operativi di smartphone e tablet galoppano a velocità sfrenata per stare al passo con le richieste del pubblico: se il tuo nuovo prodotto non è più sottile-veloce-multifunzione sarà difficile convincere qualcuno a comprarlo.
Nella peggiore delle ipotesi, un mercato senza nuovi modelli di computer e dispositivi mobili sensazionali convincerebbe le persone che l'età dell'oro della tecnologia sia finita. Il fisico statunitense Michio Kaku immagina quel momento nel suo libro Physics of the Future: “Intorno al 2020 o giù di lì la legge di Moore cesserà gradualmente di essere vera. A quel punto, la Silicon Valley potrebbe trasformarsi in una rust belt", una cintura di ruggine. "A meno che non salti fuori una nuova tecnologia al posto del silicio”.
È così: per vincere la battaglia contro app e software sempre più esigenti in termini di memoria, i produttori di chip dovranno prima o poi abbandonare i vecchi circuiti in silicio. Batterie sempre più efficienti e meno ingombranti possono salvare un po' di spazio nel case di smartphone e tablet, ma non risolvono il problema alla radice. Il vero salto della barriera tecnologica lo faranno i computer quantistici, solo che potrebbe volerci un po' di tempo prima di vederli in formato tascabile.
Comunque vada, la legge di Moore non dormirà mai sonni tranquilli. Nel 2009 due scienziati le hanno attribuito ancora 75 anni di validità. La sua sconfitta, sostengono i due autori, non sarà dovuta né all'hardware né al software. A bloccare la corsa secolare dei computer saranno invece la fisica e il limite massimo della velocità della luce. Quel giorno lontano cestineremo tutti i nostri dispositivi e non ci penseremo più.
sabato 27 luglio 2013
Samsung sta testando Android 4.3 per il Galaxy S4
Android 4.3 è già in fase di test per il Samsung Galaxy S4. La notizia ci coglie di sorpresa, in quanto, nonostante sappiamo quanto Samsung sia veloce ed efficace nel rilasciare aggiornamenti per i suoi dispositivi di punta, non ci saremmo mai aspettato che il giorno dopo la presentazione, Android 4.3 fosse già in test.
La notizia ci giunge dai colleghi di SamMobile, per cui stiamo parlando della fonte più autorevole per quanto riguarda i dispositivi Galaxy. SamMobile afferma che Samsung ha iniziato la fase di test per il Galaxy S4 versione GT-I9505 (versione in vendita in Italia) e versione GT-I9500, ossia quella con l’Exynos 5 octa core.
Non hanno fornito, per il momento, delle tempistiche di rilascio, ma non ce le saremmo di certo aspettate. Possiamo ipotizzare, comunque, che il rilascio avverrà entro qualche mese, a patto che durante i test non sorgano problemi che costringano Samsung a posticipare il rilascio, in modo da risolverli. Non resta, quindi, che attendere nuovi dettagli, che non mancheremo di segnalarvi qualora dovessero esserci.
giovedì 25 luglio 2013
HTC One vs Samsung Galaxy S4: video confronto
Finalmente oggi abbiamo il piacere di mostrarvi uno dei confronti più attesi degli ultimi mesi, tra due dispositivi al top per hardware e prestazioni: stiamo parlando ovviamente di HTC One, dispositivo di punta della casa taiwanese che brilla per qualità costruttiva e fluidità generale del sistema, e Samsung Galaxy S4, il device top di gamma della serie Galaxy di Samsung che come sempre ha introdotto una serie di funzionalità del tutto nuove nel panorama mobile.
Iniziamo con l’analizzare l’hardware: entrambi i device hanno un processore Qualcomm Snapdragon 600, S4 con frequenza di clock da 1.9 Ghz, mentre One da 1.7 Ghz, tutti e due sono supportati da 2Gb di ram e dalla GPU Adreno 320. Parlando di Display iniziamo con le prime differenze, tutti e due gli smartphone hanno uno schermo Full HD, ma su HTC One la diagonale è da 4.7? e la tecnologia è quella IPS, mentre su S4 abbiamo un Super Amoled da 5?; nonostante questo il peso e lo spessore sono leggermente inferiori sul device della casa SudCoreana, mentre altezza e larghezza si equivalgono.
Iniziamo con l’analizzare l’hardware: entrambi i device hanno un processore Qualcomm Snapdragon 600, S4 con frequenza di clock da 1.9 Ghz, mentre One da 1.7 Ghz, tutti e due sono supportati da 2Gb di ram e dalla GPU Adreno 320. Parlando di Display iniziamo con le prime differenze, tutti e due gli smartphone hanno uno schermo Full HD, ma su HTC One la diagonale è da 4.7? e la tecnologia è quella IPS, mentre su S4 abbiamo un Super Amoled da 5?; nonostante questo il peso e lo spessore sono leggermente inferiori sul device della casa SudCoreana, mentre altezza e larghezza si equivalgono.
mercoledì 24 luglio 2013
SKY TG24 in alta definizione da settembre. Quando toccherà alla Rai?
Ne mancava solo “uno”, ma dal 1 settembre anche a lui toccherà il passaggio in alta definizione. Sky ha deciso di regalare a tutti gli abbonati Sky Tg24 in HD, che si affiancherà agli oltre 50 canali già in alta definizione presenti sulla piattaforma, tra cui il “cugino” Sky Sport 24. La All News di Sky sarà la prima a trasmettere in HD.
A dire il vero già qualche “smanettone” in passato aveva notato che erano in corso dei test di trasmissione, e durante la conferenza di autocelebrazione per il decennale di Sky (tenutasi ieri) è arrivata la lieta notizia. Un anno è stato il tempo impiegato per completare la “rivoluzione”: 60 chilometri di cavi, 100 persone coinvolte, 10 telecamere HD, un videowall da 7 metri che, sommato ai pannelli presenti nella nuova news room, fanno la bellezza di 20 metri di schermi, e ovviamente tutta una nuova strumentazione per gestire al meglio gli oltre 500 segnali da tutto il mondo.
Nel mese di giugno, SkyTg24 è riuscito ad agganciare lo 0.41% di share nelle 24 ore, con punte dell’1% al mattino.
Quando toccherà alla Rai e a RaiNews invece non ci è ancora dato saperlo, anche se al momento l’azienda pubblica sta concentrando tutti gli sforzi sul passaggio in HD dei tre canali generalisti (diversi test si stanno effettuando a Torino nel multiplex Rai in DVB-T2 – la stessa tecnologia adottata da Europa7 HD) e sulla digitalizzazione del TG1 e del TG3, mentre quella di Rai News pare sia stata posticipata a data da destinarsi.
E a proposito di TG24, sempre in occasione dei festeggiamenti per i 10 anni verrà trasmesso sulla all news alle 21 del 31 luglio “10 anni di informazione“, ossia un documentario autocelebrativo con i più importanti fatti di quest’ultimo decennio.
domenica 21 luglio 2013
Ecco perché la donna è rimasta folgorata dal proprio iPhone
Pochi giorni fa vi abbiamo riportato la notizia riguardo una donna cinese di soli 23 anni rimasta folgorata dal proprio iPhone mentre il dispositivo era in carica. Dopo alcune indagini è stato finalmente scoperto cosa è realmente accaduto.
Il caricabatterie non era originale. Il report è stato pubblicato da South China Morning Post che ha riportato i dettagli riguardo la vicenda. China Central Television (CCTV) ha inoltre ottenuto le immagini che mostrano il presunto iPhone 4 carbonizzato e il presunto caricabatterie utilizzato dalla ragazza.
Xiang Ligang, un esperto intervistato da alcune telecamere a circuito chiuso, rivendica che il caricabatterie potrebbe essere la causa della morta della ragazza e aggiunge: “I caricabatterie Knockoff sono prodotti con gli angoli tagliati. La qualità del condensatore e la protezione del circuito non sono prodotti bene e questo può causare una rottura del condensatore e l’invio di 220 volt di elettricità direttamente nella batteria del telefono cellulare”.
La polizia cinese sta ancora indagando le tragiche circostanze che circondano la morte della donna. Apple ha anche ha annunciato di essere disposta ad “indagare e cooperare con le autorità in materia”.
Il caricabatterie non era originale. Il report è stato pubblicato da South China Morning Post che ha riportato i dettagli riguardo la vicenda. China Central Television (CCTV) ha inoltre ottenuto le immagini che mostrano il presunto iPhone 4 carbonizzato e il presunto caricabatterie utilizzato dalla ragazza.
Xiang Ligang, un esperto intervistato da alcune telecamere a circuito chiuso, rivendica che il caricabatterie potrebbe essere la causa della morta della ragazza e aggiunge: “I caricabatterie Knockoff sono prodotti con gli angoli tagliati. La qualità del condensatore e la protezione del circuito non sono prodotti bene e questo può causare una rottura del condensatore e l’invio di 220 volt di elettricità direttamente nella batteria del telefono cellulare”.
La polizia cinese sta ancora indagando le tragiche circostanze che circondano la morte della donna. Apple ha anche ha annunciato di essere disposta ad “indagare e cooperare con le autorità in materia”.
martedì 16 luglio 2013
Muore una ragazza folgorata dal suo iPhone in carica
E’ una notizia tanto terribile quanto assurda, quella della morte di una
giovane hostess 23enne, fulminata dal proprio iPhone 5 sotto carica.
Dopo la tanto chiacchierata vicenda del Samsung Galaxy S3 esploso nella tasca di una ragazza, che le ha provocato lesioni di non poco conto, gli smartphone tornano sulla cronaca per fatti decisamente spiacevoli.
Più che spiacevole, è davvero inconcepibile quello che è successo a Xinjiang, in Cina, dove Ma Ailun, una giovane hostess cinese di soli 23 anni, ha incontrato la morte in un terribile incidente causato dal suo iPhone 5. La ragazza aveva infatti posto l’ iPhone 5 sotto carica quando, per rispondere ad una telefonata, lo avrebbe afferrato senza staccarlo dal caricabatteria, restando così vittima di una tremenda scossa elettrica che le ha provocato la morte.
A raccontare l’episodio è stata la sorella stessa della presunta vittima, tramite il suo account sul social network cinese Sina Weibo, chiedendo spiegazioni da parte di Apple. Questa, dal canto suo, pare abbia già contattato la famiglia e un portavoce avrebbe riferito:
“Siamo profondamente abbattuti nell’apprendere di questo tragico incidente e offriamo le nostre condoglianze alla famiglia. Investigheremo a fondo sull’accaduto e coopereremo con le autorità riguardo a questa vicenda.”
Speriamo vivamente che le aziende prendano tutti i provvedimenti necessari affinchè questo ed altri episodi simili non si verifichino mai più.
Dopo la tanto chiacchierata vicenda del Samsung Galaxy S3 esploso nella tasca di una ragazza, che le ha provocato lesioni di non poco conto, gli smartphone tornano sulla cronaca per fatti decisamente spiacevoli.
Più che spiacevole, è davvero inconcepibile quello che è successo a Xinjiang, in Cina, dove Ma Ailun, una giovane hostess cinese di soli 23 anni, ha incontrato la morte in un terribile incidente causato dal suo iPhone 5. La ragazza aveva infatti posto l’ iPhone 5 sotto carica quando, per rispondere ad una telefonata, lo avrebbe afferrato senza staccarlo dal caricabatteria, restando così vittima di una tremenda scossa elettrica che le ha provocato la morte.
A raccontare l’episodio è stata la sorella stessa della presunta vittima, tramite il suo account sul social network cinese Sina Weibo, chiedendo spiegazioni da parte di Apple. Questa, dal canto suo, pare abbia già contattato la famiglia e un portavoce avrebbe riferito:
“Siamo profondamente abbattuti nell’apprendere di questo tragico incidente e offriamo le nostre condoglianze alla famiglia. Investigheremo a fondo sull’accaduto e coopereremo con le autorità riguardo a questa vicenda.”
Speriamo vivamente che le aziende prendano tutti i provvedimenti necessari affinchè questo ed altri episodi simili non si verifichino mai più.
Due malware si aiutano a vicenda per infettare i computer
Si chiamano Vobfus e Beebone, insieme scaricano piccoli pezzi di altri malware.
Due programmi software dannosi che lavorano insieme alternativamente scaricando porzioni piccolissime di codice, una differente dall'altra, nel tentativo di eludere i software di sicurezza, stanno dando molti grattacapi ai produttori di antivirus. Questo è quanto ha scritto domenica in post Hyun Choi del Malware Protection Center di Microsoft.
Uno dei malware, chiamato Vobfus, è stato rilevato nel mese di settembre 2009. È noto come un downloader, un programma che scarica altri pezzi di codice. Una volta che Vobfus infetta un computer, scarica da un server command e control il codice di Beebone, che è un altro tipo di downloader che installa altri programmi dannosi sul computer. I due lavorano insieme, scaricando le varianti degli altri malware che non vengono immediatamente rilevati dai prodotti antivirus.
"Questo rapporto ciclico tra Beebone e Vobfus che scaricano a turno porzioni di codice maligno è il motivo per cui Vobfus può sembrare così resistente ai prodotti antivirus," spiega Choi. Un antivirus aggiornato può rilevare una variante presente nel sistema, tuttavia, visto che viene scaricata la più recente potrebbe sfuggire per qualche ora o giorno.
Il metodo di "lavoro" di Vobfus e Beebone, inoltre, rende più probabile che il computer rimanga infetto. Vobfus è anche un worm che copia se stesso nelle unità rimovibili. Utilizza la funzione di esecuzione automatica che, se attivata in un computer, gli consente di infettare automaticamente i computer Windows e i drive removibili ad esso collegati. Sorprendentemente, Choi dichiara che "Vobfus mantiene un tasso di infezione rilevante se colpisce un drive removibile", rivelando che sono ancora tanti gli utenti che non hanno disabilitato questa pericolosa funzione.
Due programmi software dannosi che lavorano insieme alternativamente scaricando porzioni piccolissime di codice, una differente dall'altra, nel tentativo di eludere i software di sicurezza, stanno dando molti grattacapi ai produttori di antivirus. Questo è quanto ha scritto domenica in post Hyun Choi del Malware Protection Center di Microsoft.
Uno dei malware, chiamato Vobfus, è stato rilevato nel mese di settembre 2009. È noto come un downloader, un programma che scarica altri pezzi di codice. Una volta che Vobfus infetta un computer, scarica da un server command e control il codice di Beebone, che è un altro tipo di downloader che installa altri programmi dannosi sul computer. I due lavorano insieme, scaricando le varianti degli altri malware che non vengono immediatamente rilevati dai prodotti antivirus.
"Questo rapporto ciclico tra Beebone e Vobfus che scaricano a turno porzioni di codice maligno è il motivo per cui Vobfus può sembrare così resistente ai prodotti antivirus," spiega Choi. Un antivirus aggiornato può rilevare una variante presente nel sistema, tuttavia, visto che viene scaricata la più recente potrebbe sfuggire per qualche ora o giorno.
Il metodo di "lavoro" di Vobfus e Beebone, inoltre, rende più probabile che il computer rimanga infetto. Vobfus è anche un worm che copia se stesso nelle unità rimovibili. Utilizza la funzione di esecuzione automatica che, se attivata in un computer, gli consente di infettare automaticamente i computer Windows e i drive removibili ad esso collegati. Sorprendentemente, Choi dichiara che "Vobfus mantiene un tasso di infezione rilevante se colpisce un drive removibile", rivelando che sono ancora tanti gli utenti che non hanno disabilitato questa pericolosa funzione.
sabato 13 luglio 2013
4G in Italia: la copertura nei principali centri abitati e di villeggiatura
L’LTE in Italia si sta sviluppando a rilento, complice il fatto che la normativa per la liberalizzazione delle bande è avvenuta in ritardo rispetto al resto dell’Europa occidentale. In ogni caso la nuova tecnologia ha raggiunto la copertura del 25% della popolazione, comprendo sia le principali città che le località turistiche.
Come ha evidenziato lo stesso Cardani, presidente di AGCOM, la copertura LTE in Italia sta procedendo a rilento e compagnie come Wind non hanno ancora nemmeno iniziato a rendere disponibile la tecnologia. Inoltre esiste una grande discrepanza di copertura tra nord e sud (il nord e le grandi città sono infatti quelle più coperte).
Ecco le parole di Alberto Mazzetti, amministratore di SoSTariffe.it:
Tra le regioni più coperte sicuramente Veneto, Lombardia e Puglia. La copertura in Italia in ogni caso ha già superato il 25% della popolazione. Da notare che ci sono due intere regioni, Molise e Basilicata, completamente senza rete LTE. Dal punto di vista del volume di dati a disposizione e dei costi, il limite mensile di traffico per le offerte 4G è spesso 2 o 3 volte superiore a quello dei piani con tecnologia 3G, mentre il costo al GB è inferiore.
Come potete vedere voi stessi dalla tabella la situazione è lampante: la compagnia che offre la copertura maggiore è TIM, la quale è poi seguita da Vodafone ed infine troviamo 3 Italia, la quale ha una copertura LTE soltanto nella capitale e Milano. Wind è invece la grande esclusa dalla tecnologia, nonostante le città coperte da HSPA+ siano superiori rispetto a quelle di 3 Italia.
La situazione nel nostro Paese è quindi arretrata, ma nonostante ciò qualcosa si sta muovendo e nei prossimi mesi verranno raggiunte nuove località.
NASA controllo remoto dallo spazio
Sino ad oggi il controllo remoto tra la postazione di terra della NASA e la stazione spaziale ISS era stato monodirezionale. Dalla terra vengono effettuate correzioni alla rotta della stazione per evitare la collisione con detriti che orbitano intorno al nostro pianete.
Ora invece è possibile un collegamento anche nel senso inverso, gli astronauti risiedenti su ISS potranno guidare apposite apparecchiature collocate a chilometri di distanza.
Il primo testo concluso con successo è avvenuto a fine giugno. Nel corso dell’esperimento l’astronauta Chris Cassidy è riuscito a comandare il rover K10 che si trovava sulla terra, in un terreno dell’Ames Research Center in California. L’astronauta riceveva un feedback contenente la telemetria e un video in tempo reale proveniente dal Rover.
Con il controllo a distanza di dispositivi, nell’imminente futuro sarà possibile inviare apposite apparecchiature su pianeti, distanti dalla stazioni spaziali per effettuare studi sino ad ora impossibili senza la presenza fisica dell’uomo.
Così ha commentato l’esperimento Maria Bualat, responsabile tecnico del progetto:
“Un robot su una superficie, controllato da un equipaggio che si trova all’interno di un veicolo in orbita o in avvicinamento, potrebbe preparare il sito di atterraggio, perlustrare la zona, assicurarsi che la terra sia solida o addirittura costruire una pista di atterraggio.”
venerdì 12 luglio 2013
Droni di Sky per le riprese del Calcio in TV
I droni di Sky oggi riprenderanno l'allenamento della Sampdoria per trasmettere immagini mozzafiato sul canale Samp TV. In pratica è una sorta di apparecchio volante con telecamera appesa, pilotato quasi come se fosse un radiomodello. La TV di Murdoch promette per la prossima stagione mirabolanti riprese che dovrebbero rendere ancora più emozionante la visione delle partite della prossima stagione di Seria A. Si parla infatti di Spidercam, flycam, ipermotion e droni.
"Sono tutte applicazioni che derivano dall'uso e dai soldi della ricerca bellica", ha spiegato all'ANSA Angelo Carosi, regista di riferimento di Sky. "Al drone ci abbiamo lavorato anche noi, ma abbiamo trovato delle difficoltà. Non si può utilizzare quando c'é gente''. Debutto rimandato in Seria A? Dipende solo dalla burocrazia.
''Il drone lo volevamo utilizzare l'anno scorso per il derby di Roma e due anni fa in quello di Milano, ma sono talmente tante le autorizzazioni richieste per il sorvolo durante una partita che è stato impossibile. Il problema è che per sorvolare sopra gli spettatori sono richieste specifiche e autorizzazioni particolari", ha aggiunto Carosi.
Sui 20 schermi di regia ormai scorre praticamente un film da più di 90 minuti, quindi inevitabile cercare il dinamismo con l'uso di più telecamere. Un limite è dato però dall'esigenza di fornire la qualità HD, che oggi un drone non è ancora in grado di gestire. Per arrivare a tanto bisognerebbe disporre di un elicottero o un dirigibile. L'altro difetto dei droni è che hanno un'autonomia di soli 7/8 minuti e possono raggiungere al massimo un'altitudine di 40 metri. Se poi c'è brutto tempo meglio lasciarli nella scatola.
L'unica sicurezza quindi non resta che la Spidercam, ovvero la telecamera ancorata su filo d'acciaio che normalmente offre le visioni dall'alto. ''Per il prossimo campionato ci saranno novità. Vedrete...", ha sussurrato Carosi. Una possibilità potrebbe essere l'uso di microcamere, ma se sui giocato la cosa appare complicata, non restano che gli arbitri. "Il problema qui è la collaborazione dei diretti interessati, che al momento non c'è".
Sul campo volano pesanti insulti, è normale che si cerchi un po' di privacy. E poi nelle moviole sarebbe possibile ricostruire totalmente cosa ha visto o cosa avrebbe dovuto vedere l'arbitro.
Renato Farina (Eutelsat): ‘Grazie all’impiego di una strumentazione leggera e poco costosa, grandi vantaggi per i broadcaster che hanno la possibilità di incrementare le dirette tv’.
Un progetto che rivoluzionerà il lavoro dei giornalisti, permettendo interventi in diretta televisiva via satellite attraverso l’impiego di attrezzature poco costose e semplici da utilizzare, senza la necessità di essere presenti in studio. Stiamo parlando del servizio NewsSpotter di Eutelsat che, ancora una volta grazie all’impiego della tecnologia satellitare, offre soluzioni che permettono di innovare, risparmiando.
Sky Italia sta già sperimentando il servizio anche per merito dell’attenzione e dell’interesse di Massimo Bertolotti, head of innovation and engineering. Una prova è stata già realizzata con il giornalista Mario Sconcerti di Sky Sport 24 durante i collegamenti per la Confederations Cup, manifestazione calcistica che si è svolta in Brasile dal 15 al 30 giugno 2013 e precede come da tradizione i Mondiali, che nel 2014 saranno ospitati sempre dal Brasile.
NewsSpotter di Eutelsat, che richiede una strumentazione estremamente più maneggevole rispetto al passato e che è stato impiegato da M-Three Satcom in una configurazione basata sulla tecnologia VidyoCast, permette la massima riduzione della latenza con una qualità video elevata.
In una nota, Eutelsat spiega che "Lo ‘Studio remoto Sconcerti’ è pronto per essere attivato velocemente e in totale autonomia; il giornalista deve dare lo start e lo stop al sistema che in modo completamente automatico permette di ricevere il segnale audio-video di ritorno, mentre il regista nella sede centrale gestisce da remoto la telecamera motorizzata in loco”.
Per Carlo Morelli, CEO di M-Three Satcom, “l’estrema adattabilità delle tecnologie, la loro semplicità di allestimento e utilizzo per i giornalisti, unita al monitoraggio e alla presenza in remoto sia della Master Control Room di M-Three che della regia di Sky rendono questa proposta molto interessante per ogni tipo di necessità di copertura live e per la realizzazione di studi temporanei in qualsiasi location a costi ridotti e in tempi rapidi”.
Renato Farina, Amministratore Delegato di Eutelsat Italia, ha spiegato che “NewsSpotter sta alimentando un processo rivoluzionario che investe il lavoro dei giornalisti e di qualsiasi altra categoria professionale impegnata nella produzione dei contenuti audiovisivi”.
“Grazie all’impiego di una strumentazione leggera e poco costosa – ha concluso Farina - i vantaggi riguardano anche i broadcaster che hanno la possibilità di incrementare notevolmente le occasioni di copertura in diretta tv rendendo i palinsesti sempre più appetibili per il pubblico.
domenica 7 luglio 2013
Come impostare impianto motorizzato per decoder dreambox
Per costruire un impianto simile dobbiamo andare incontro a delle piccole difficoltà di configurazione del nostro Dreambox. Dato che ultimamente mi sono imbattuto proprio in queste difficoltà, ho voluto creare una piccola guida semplice per una configurazione dettagliata del nostro dreambox
Devo però fare una piccola premessa: di solito quelli che si cimentano in questa configurazione sono degli esperti Per l’installazione del rotore bisogna avere bene in mente la configurazione che vogliamo fare. Esistono vari tipi di rotore che sono:
-Stab ce ne sono di 3 tipi: da 90, da 100 e da 120 a seconda del diametro della parabola.
-SM3D12 valido ma molto più economico
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Le parabole poi ce ne sono di moltissime marche e dimensioni (io personalmente ho una 90 cm di diametro per lo stab, molto leggera e performante unita ad un LNB a bassa dispersione .
Da considerare però anche il supporto che va agganciato al motore che ne aumenterà il peso. Per non aver problemi consiglio di mettere almeno un palo da 55 mm di diametro (meglio se superiore, 70 mm sono perfetti) per non avere le oscillazioni in caso di vento forte. Questo palo si può acquistare in qualsiasi rivendita di materiale edile.
La lunghezza del palo non deve essere eccessiva sempre per non favorire l’effetto oscillatorio. L’ideale è montare la parabola il più in basso possibile. Ma attenzione, per parabole Gibertini da 125 cm di diametro sono necessari i distanziatori da applicare fra la parabola e lo stab per non far toccare la parabola quando si andranno a sintonizzare i satelliti ai gradi estremi.
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Se dobbiamo montare un palo nuovo allora armiamoci di livella da muratore perché è fondamentale la perpendicolarità del palo con la base per non incappare nei problemi dell’arco polare!!!
Una volta che abbiamo il palo perfettamente perpendicolare, il motore e la parabola possiamo iniziare l’installazione.
Per l’installazione dello Stab o dell’SM3D12 nel forum trovate tante guide, molto accurate e precise, da leggere sicuramente.
Comunque, dato che ci sono, provo a scrivere alcune cose principali, lo stab andrebbe messo il più in basso possibile dal vertice del palo in modo da non creare disturbi fra la sommità del palo ed il motore:
E’ importantissimo calcolare la latitudine e la longitudine precisa e perciò consiglio il sito: Satellite Finder / Dish Pointing Calculator with Google Maps | DishPointer.com. /e ricopiare i valori in millesimi del luogo in cui abitiamo da riportare poi sul dreambox. Prendiamo a caso una città, scelgo Sulmona e dal sito. Adesso dobbiamo stabilire l’alzo del motore che è sempre uguale alla nostra Latitudine:
A questo punto andiamo a bloccare il perno del rotore/stab con la parabola al punto (0)
Adesso dobbiamo trovare il nostro satellite di riferimento che è il più vicino alla nostra longitudine, per il nostro esempio Hotbird (Longitudine 13.925>>> latitudine 42.064
Benissimo, ora montiamo il blocco motore/disco sul palo avendo cura di non stringere troppo la morsa di fissaggio del blocco motore.
Arrivati qui impostiamo i dati sul Dreambox:
Con il telecomando digitiamo:
Setup >>> Service searching >>> Impostazioni rotore.
Successivamente spuntiamo la funzione:
Usa funzione GotoXX >>> Inseriamo la nostra Latitudine e Longitudine >>> Tasto verde ok per memorizzare >>> Tasto blu per la pagina successiva.
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Adesso selezioniamo “Drive to 0°” e diamo ok e poi memorizziamo.
Successivamente selezioniamo “Ricalcola” e premiamo ok (il Dreambox ci chiederà se siamo sicuri, digitiamo ancora ok); in questo modo il Dreambox ed il rotore ricalcoleranno tutte le nuove posizioni dei satelliti a partire dal satellite posto a 0° che è Hotbird.
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Adesso andremo a mettere un setting per motorizzato (ce ne sono molti, a voi la scelta…), collegheremo il rotore direttamente al Dreambox e sintonizziamo un canale del nostro satellite di riferimento (in questo esempio 13°est).
Ci rechiamo presso l’antenna e con l’aiuto del misuratore di segnale del nostro ricevitore in cui è sintonizzato un canale del sat di riferimento, spostiamo tutto il blocco motore/antenna alla ricerca del massimo segnale possibile (potrebbe essere necessario agire anche sull’elevazione del disco)
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Preso il segnale proveremo se il nostro impianto prende tutti i satelliti, se siamo fortunati al primo tentativo siamo dei grandi, altrimenti dobbiamo fare dei piccoli aggiustamenti fino ad avere il miglior segnale per tutti i satelliti (controllare subito se si ricevono correttamente i 42°est e i 30°ovest). thanks Patural
Un transistor totalmente ottico per i computer del futuro
Al MIT si sperimenta con uno switch ottico che agisce come un transistor.
Ricercatori del MIT, in collaborazione con alcuni colleghi della Harvard University e della Vienna University of Technology, hanno sviluppato uno switch ottico sperimentale controllato da un singolo fotone, per controllare la trasmissione di luce. Si tratta di un analogo, in forma ottica, di un transistor - l'elemento base dell'elettronica. Nei computer ottici la luce sostituisce l'elettricità e questo consente di realizzare calcoli molto più velocemente rispetto ai computer "classici".
Nel calcolo ottico si richiede ai fotoni di modificare reciprocamente il loro comportamento, qualcosa che in natura non fanno - perché due fotoni che si scontrano in un vuoto semplicemente si attraversano l'un l'altro. Il cuore dello switch realizzato dai ricercatori è costituto da un paio di specchi altamente riflettenti che agiscono come un risonatore ottico. Quando lo switch è attivo (stato on) la luce può attraversare i due specchi. Quando è spento solo il 20% del segnale passa.
"Se ci fosse stato un solo specchio tutta la luce tornerebbe indietro", ha spiegato Vladan Vuletic, professore di fisica al MIT e capo della ricerca. "Con due specchi accade qualcosa di molto strano". Tutto parte dall'idea di idealizzare la luce non come particelle ( fotoni) ma come un'onda elettromagnetica.
Il campo elettromagnetico si estende occupando lo spazio tra i due specchi, e se la distanza tra essi è calibrata con precisione "si forma un campo molto ampio all'interno della cavità, che impedisce allo stesso di restringersi e anzi lo spinge avanti". In altre parole, gli specchi diventano trasparenti alla luce con la lunghezza d'onda giusta.
L'esperimento dei ricercatori ha richiesto il riempimento della cavità tra gli specchi con un gas di atomi di cesio "superfreddi". Solitamente questi atomi non interferiscono con la luce che passa tra gli specchi, ma se viene sparato in mezzo a loro un singolo "gate fotonico" con un'angolazione differente cambiano le condizioni fisiche, in modo da impedire il passaggio della luce.
È molto complesso, e questa ricerca potrebbe non portare a nulla, ma non manca chi sta seguendo strade un po' più percorribili, come IBM. Forse il transistor fotonico troverà applicazione nel modo del quantum computing, dove al centro di tutto troviamo il qubit, ben diverso dal bit rappresentato da 1 o 0 - può avere entrambi i valori contemporaneamente (superposizione). Oggi è difficile mantenere i qubit in superposizione, ma i fotoni potrebbero corre in aiuto: la possibilità di attivare un gate ottico con un singolo fotone potrebbe consentire di realizzare insiemi di circuiti ottici, tutti in superposizione.
Samsung attacca Apple, nuovo ironico spot.
Ad arricchire i precedenti ironici spot che miravano a screditare Apple e i suoi numerosi fan, ecco arrivare sulle TV islandesi e ovviamente anche su YouTube, una nuova irriverente pubblicità firmata Samsung, lanciata per “sponsorizzare” il suo nuovo smartphone, Galaxy S4.
Strana, anzi stranissima: un ragazzo prova a fare una chiamata usando una mela; sì avete letto bene, una mela! Indovinate un po’, la chiamata ovviamente non parte! Ecco quindi arrivare l’eroe, il Galaxy S4: ora il ragazzo è salvo, chiamata fatta! Ed infine l’ultimo luogo comune che secondo l’azienda coreana caratterizza tutti i fan Apple, una bella pecora che compare anche in quest’ultimo spot!
sabato 6 luglio 2013
Processori bollenti : il segreto è uno strato di grafene
Un team di ricercatori ha usato uno strato di grafene per ridurre la temperatura di un chip con ottimi risultati.
Un gruppo di ricercatori internazionale, guidato dalla Chalmers University of Technology in Svezia, ha trovato un modo per ridurre la temperatura nei punti più caldi (hotspot) di un microprocessore fino al 25%. Il segreto, neanche a dirlo, è uno strato di grafene applicato con il processo di Deposizione Termica da fase Vapore (TCVD). Il tema della temperatura è di cruciale importanza per i chip elettronici, in quanto a risentirne sono non solo le prestazioni, ma anche la longevità del processore stesso.
"Questa scoperta apre le porte a maggiori funzioni e consente di spingersi avanti con la miniaturizzazione dell'elettronica", ha affermato il professor Johan Liu che ha guidato il progetto di ricerca, sottolienando come una regola generale dica che per ogni aumento della temperatura di 10 gradi Celsius si dimezza la durata di vita di un sistema elettronico.
Lo studio dei ricercatori era focalizzato alla riduzione della temperatura nei cosiddetti hotspot, cioè i punti più caldi di un chip, dove solitamente c'è un'unità sottoposta a carichi elevati o caratterizzata da un elevato numero di transistor.
"La temperatura normale di funzionamento negli hotspot che abbiamo raffreddato con uno strato di grafene andava da 55 a 115 gradi Celsius. Siamo stati in grado di ridurla di 13 gradi, e questo non solo migliora l'efficienza energetica, ma estende anche la vita dell'elettronica".
Non vi sono altri particolari al momento (qui la pubblicazione, a pagamento), ma i più attenti ricorderanno che il grafene aveva già dimostrato ottime capacità di raffreddamento dei chip elettronici. Ricercatori dell'Università della Carolina del Nord hanno infatti messo a punto un heatspreader composto di rame e grafene, collegato a un dispositivo elettronico tramite una pellicola di indio-grafene come interfaccia. Insomma, la strada è tracciata: il grafene raffredderà il grafene, d'altronde c'è chi parla già di transistor che si raffreddano da soli!
giovedì 4 luglio 2013
Iniziate le trasmissioni di Ka-Boom sul canale 139 del DTT
Sono iniziate oggi le trasmissioni del canale Ka-Boom, canale presente sulla numerazione LCN 139 del digitale terrestre. Come prevedibile la programmazione è composta da cartoni animati giapponesi e probabilmente in futuro verrà arricchita da serie tv e manga.
Ricordiamo che Ka-Boom trasmette sulle frequenze di TivùItalia quindi attualmente la copertura non è al 100% dell’Italia.
Seguiranno nei prossimi giorni ulteriori dettagli sulla programmazione.
Smartphone Android in Europa al 70%, iOS al 17,8%
Mese dopo mese Android continua a conquistare fette di mercato importanti nel settore mobile, soprattutto in Europa.
Le ultime statistiche, pubblicate da Kantar Worldpanel Comtech, parlano chiaro: due smartphone su tre acquistati nel nostro Continente hanno come OS il robottino verde di Google.
Precisamente il 70,4% dei device è basato su Android, a fronte del 17,8% di Apple e 6,8% di Windows Phone di Microsoft. Un mercato, quello europeo, dove il sistema operativo della Grande G da sempre è leader, ma che continua a mantenere livelli di crescita molto importanti.
Negli States, invece, come è noto la battaglia è molto più serrata con Apple, che sfiora il 42% del mercato, anche se Android comunque detiene il 52%. All’interno del mondo Android, inutile dire che la fa da padrone Samsung, che con la serie Galaxy rappresenta quasi la metà di tutti i dispositivi venduti con l’OS mobile di Google.
Staremo a vedere se e quanto ancora Android sarà capace di erodere quote di mercato ai diretti concorrenti.
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