Una tecnologia sviluppata al MIT Media Lab e già annunciata in occasione dello scorso SIGGRAPH potrebbe essere la chiave per un 3D a basso costo di qualità, senza il vincolo degli occhiali.
La via più rapida ed economica per avere schermi 3D senza l'incubo dei fastidiosi occhiali sembra essere la tecnologia 3D "glass-free" del MIT Media Lab, della quale è già stata data una recente dimostrazione in occasione del SIGGRAPH.
Non si tratta di una tecnologia olografica, che rimane il punto di arrivo della visione 3D (le immagini olografiche variano la prospettiva in funzione dell'angolo visivo, realizzando una vera immagine tridimensionale), ma della semplice sovrapposizione di tre immagini appositamente progettate per dare illusione di tridimensionalità.
"Semplice", ovviamente, non è il termine più corretto per descrivere quello che è stato fatto al MIT.
Il fulcro della tecnologia è dato dal fatto che le tre immagini da comporre, a differenza di quanto accade per gli schermi 3D a sovrapposizione di due immagini come quello del Nintendo, saranno legate tra loro istante per istante da complessi algoritmi capaci di creare immagini variabili al variare della prospettiva; algoritmi concettualmente simili a quelli utilizzati per la costruzione di immagini tomografiche all'interno delle TAC.
Il segreto di questa tecnologia è in effetti tutto nell'algoritmo di calcolo dei pattern, e in particolare nella sua efficacia nell'individuare quelle parti della scena che non cambiano in funziona dell'angolo di osservazione (aspetto cruciale per ridurre la quantità di informazioni ridondanti da inviare al display).