Lo afferma in un’intervista all’inserto di Repubblica Affari & Finanza, Francesco Caio, neo commissario per l’Agenda Digitale, scelto dal premier Enrico Letta per redigere un rapporto sullo stato degli investimenti sulla rete di comunicazione del Paese, e per valutare se i gestori saranno in grado di rispettare gli impegni presi sulla banda larga in sede europea.
«E’ una missione di verifica. – afferma Caio – Nell’ambito dell’Agenda Digitale europea è stata ribadita non solo l’implementazione delle applicazioni di e-government ma anche la diffusione della banda larga e ultralarga in vista degli obiettivi di Europa 2020: raggiungere la totalità della popolazione con almeno 30 megabit al secondo e almeno il 50% della popolazione con 100 megabit».
«Abbiamo deciso di creare un piccolo team di esperti, e ho suggerito Gerard Pogorel e Scott Marcus che hanno la caratura tecnologica e l’esperienza internazionale ed europea nel settore. Insieme valuteremo i piani di investimento dei gestori e faremo riferimento a dati e competenze del ministero per lo Sviluppo Economico/Comunicazioni, dell’Agcom e della Fondazione Ugo Bordoni, che già in parte hanno svolto questo lavoro».
Quali sono i rimedi per la rete italiana? – chiede Marco Panara di Repubblica – «In Europa siamo arrivati ad un livello di traffico che richiede un ampliamento della copertura con fibra avvicinandola alla casa dei clienti portandola fino agli armadi stradali».
Parlando della rete Telecom, Caio spiega che «al momento quello che dobbiamo fare è verificare la congruità dei piani di investimento rispetto agli obiettivi europei. Se troveremo che ci sono dei gap tra i piani e gli obiettivi si valuterà. Quello che vediamo tuttavia è che nel mondo la rete di accesso ha spesso caratteristiche da monopolio naturale; le duplicazioni ci sono dove c’è la tv via cavo e in qualche situazione locale ad altissima densità di popolazione».
«L’evoluzione della rete è parte integrante dell’Agenda Digitale, che riguarda la digitalizzazione delle Amministrazioni ma anche la capacità dei cittadini e delle imprese di accedervi e quindi la diffusione e la qualità della rete», conclude Caio.